Le persone trans al tempo del Covid 19

Scritto dasu 28 Aprile 2020

Le persone nere, migranti, povere, disabili, detenute, rom, di genere non conforme e, più in generale, tutte quelle oggetto di discriminazione ogni giorno, quelle a cui non spetta «una buona vita» nello stato di «normalità», ora, con la pandemia se la passano peggio.
La crisi accelera i processi, aumenta il gap, rende più difficoltosa l’esistenza.

A Torino il Cidigem, il centro ospedaliero che segue le persone in transizione a Torino, ha rimandato tutti gli incontri. Avere le prescrizioni per gli ormoni è diventato più difficile.

Il tempo per vedersi cambiare i dati sulla carta di identità si allungano e, di conseguenza, si accresce la difficoltà a presentare un curriculum per un posto di lavoro, ben sapendo che se il genere con cui una persona è socializzata, non corrisponde con quello con cui è registrata all’anagrafe, la strada, già difficile, diventa in ripida salita.

Su un aspetto l’emergenza non ha nulla di eccezionale e ricalca perfettamente la cosiddetta – e tanto invocata in questi giorni – «normalità». I rapporti sociali, le politiche dello Stato, le «autoregolamentazioni del mercato» continuano a essere tagliate su misura su quello che viene percepito come «essere umano normale» – uomo, adulto, bianco, eterosessuale, cisgender, abbiente, normodotato, a piede libero – sulle sue necessità e i suoi bisogni.

Che necessità ha di una struttura pubblica in cui abortire un tale individuo? E di fare una passeggiata? E di ragionare sulle priorità di accesso alle cure? Di mettere in discussione il sistema economico? Le discriminazioni di genere? L’eteropatriarcato? Il razzismo? Nessuna. Nessuna necessità. E quindi, da questa sua posizione di privilegio, può invocare la sobrietà, la pazienza, la virtù, la responsabilità. E anzi, si sente nel pieno diritto di sbirrarvi se vi vede trasgredire alle misure.

Intanto il governo Conte ci darà il permesso, dopo il 4 maggio, di visitare i congiunti. Una concezione familista che permette contatti solo con chi ha un legame sancito dallo stato. Un’ulteriore occasione per rinforzare l’amorale familismo su cui si fondano i governi degli ultimi anni.

Ne abbiamo parlato con Filomena Sottile, nota punkastorie della cintura nordovest di Torino, autrice di un articolo uscito su Giap.

Ascolta la diretta con Filomena:

scarica l’audio

Qui puoi leggere il suo pezzo:

https://www.wumingfoundation.com/giap/2020/04/persone-trans-coronavirus/#more-43085


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