Il lavoro uccide e non è un incidente

Scritto dasu 12 Maggio 2020

I dati INAIL sugli infortuni sul lavoro forniscono alcuni interessanti elementi sulle condizioni dei lavoratori della sanità ai tempi del Covid. Ma lasciano aperti numerosi interrogativi.
La prima cosa da notare è che l’INAIL considera il Covid un’infortunio e non una malattia professionale: la causa virulenta (infettiva o parassitaria) è equiparata a quella violenta. La relazione tra l’esposizione e il danno è immediata e comporta una minore opinabilità delle denunce fatte.

Ci sono state 37.352 denunce di infortunio sul lavoro da Covid (il 17,92% dei contagiati a quella data). Quasi tutte (79.1%) dal nord Italia, il 34,2% del totale sono in Lombardia.

Il 73,2% delle denunce riguarda il settore della Sanità e Assistenza Sociale (ospedali, case di cura e riposo, RSA). Il secondo settore per denunce è la Pubblica Amministrazione con il 9,4% delle denunce.

Le professioni coinvolte sono quelle sanitarie e di assistenza presenti in ospedali e RSA: Tecnici della salute (infermieri, fisioterapisti) 43.7%, Professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali (operatori socio sanitari) 20,8%, Medici 12,3%, Personale qualificato nei servizi personali e assistenziali (operatore sociassistenziale) 7,1%, Personale non qualificato nei servizi sanitari e di istruzione (portantini, ausiliari) 4.6%.

Il totale delle vittime che svolgono una professione sanitaria e assistenziale (88,5%) è maggiore delle denunce presentate da Ospedali e RSA (73,2%), questo significa che gli operatori sanitari sono stati i più esposti anche in altri ambiti (principalmente nei servizi sanitari aziendali e nel lavoro dipendente presso liberi professionisti).

Se incrociamo questi dati con quelli dei controlli e multe fatti per le strade in questo periodo emerge come la maggior parte degli spostamenti monitorati siano stati per ragioni di lavoro.
Un lavoro cui in tanti sono stati obbligati senza avere le tutele necessarie ad evitare il contagio. Una strage evitabile.

Ne abbiamo parlato con Francesco Fricche

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