Piano Colao. Soldi ai ricchi, assistenza psicologica ai poveri

Scritto dasu 9 Giugno 2020

Dopo due mesi di lavoro è stato consegnato al governo il piano per la ripartenza preparato dalla task force di Vittorio Colao, l’ex amministratore delegato di Vodaphone, che in questi mesi non si è mai mosso dalla Gran Bretagna.

Tra i punti principali del dossier, intitolato “Iniziative per il rilancio 2020-2022”, c’è l’indicazione di derogare alle responsabilità penali dei datori di lavoro se un dipendente si ammala di coronavirus e di “introdurre una defiscalizzazione temporanea delle maggiorazioni previste” per le indennità di turni aggiuntivi, straordinari, lavoro festivo e notturno, legate agli obblighi di sicurezza o per recuperare la produzione persa durante il lockdown.
Un bel programma per i padroni.
Proviamo a vedere alcune delle proposte più significative.

– Introduzione dello smart working nella pubblica amministrazione, senza accordi sindacali e con sospetto riguardo all’età e al “genere” dei lavoratori coinvolti.

– Ulteriori agevolazioni normative per le opere “di interesse strategico” e attraverso “leggi o protocolli nazionali di realizzazione non opponibili da enti locali”. Strada spianata al Tav a alle rete 5G.
E, per il futuro, “semplificare l’applicazione del codice degli appalti ai progetti di natura infrastrutturale”.

– La task force suggerisce di incentivare alcune università a “specializzarsi nell’offrire lauree professionalizzanti” in collaborazione e accordo con imprese, ordini professionali, associazioni imprenditoriali e sindacali, sotto la sorveglianza del Ministero dell’Università e Ricerca. Queste lauree avrebbero una gestione distinta e autonoma da quella dei tradizionali corsi di laurea.
Le Università sarebbero al servizio delle esigenze delle imprese, che determinerebbero sia la definizione del curriculum di studio che la docenza.

– Dulcis in fundo la proposta di aumentare la disponibilità di trattamenti psicoterapeutici con un investimento fino a cinque milioni di euro per sostenere le “famiglie” stressate dalla crisi, dalla mancanza di reddito, da fitto da pagare e dalle bollette scadute.

– Nulla, o quasi, sulla sanità. Niente investimenti per una ricerca non orientata dalle farmaceutiche, niente nuove assunzioni, tanto meno la proposta di abolizione del numero chiuso nelle facoltà di medicina.

Ascolta la diretta con l’economista Francesco Fricche:

Un piano che ha un grande pregio: se, come tutti hanno affermato, la drammatica esperienza della pandemia rappresenta un monito e uno stimolo a rimettere in discussione un modello economico e sociale che ha dimostrato di non garantire protezione ad alcuno, il piano Colao è la summa di tutto ciò che NON si dovrebbe fare. Si urlava invasati ognuno dai suoi domiciliari: “Mai più come prima!”, il pool di manager ha detto a chiare lettere non solo che tutto sarà “come prima, più di prima!”, ma che sulla destinazione delle risorse non faranno prigionieri e se le spartiranno tra potenti lobbies che propongono bisogni per attribuirsi appalti: grandi opere e infrastrutture. Per un punto di vista dei Comitati di lotte contro infrastrutture, pipeline, privatizzazioni abbiamo sentito anche Augusto De Sanctis, che aggiunge alle altre nocività legate allo studio dei tecnocrati e alle loro proposte predatrici del territorio pure quelle dell’anticostituzionalità e dell’attenzione solo ai profitti di “un capitalismo impazzito come una maionese uscita male che estremizza”, perché manca la contrapposizione della polis che non si mobilita contro un palese meccanismo collaudato che indica un itinerario, segna un percorso verso il turboliberismo applicato: il covidcapitalismo

nocività e anticostituzionalità del Piano Colau

 

Utile al proposito anche il doppio intervento ospitato dalla testata on line “La Bottega del Barbieri


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