Il Caffè turco con Murat: l’artiglio turco sulla spalla azera

Scritto dasu 15 Ottobre 2020

Dopo il pezzo musicale dedicato a Tatavla – che evoca la componente armena della società multietnica di Istanbul, derivante dalla composizione dell’impero ottomano – riprendiamo il discorso che Murat aveva iniziato due giorni fa su queste frequenze, perché gli sviluppi in tempo di guerra guerreggiata, per quanto per procura, sono affannosi, e i morti sono autentici e non per procura. Compresi quei 52 cadaveri siriani, uccisi a 600 chilometri lontano da casa.

Ci sono aspetti legati a questioni interne e altri più espressamente di ingerenza in Caucaso da parte di Ankara. Si va equiparando questo conflitto con la Guerra siriana e quella libica, che vede gli eserciti o i mercenari turchi protagonisti, dove Erdoğan assume il ruolo di Mr. Wolf in Pulp Fiction. Ma sono soprattutto le armi e il loro scambio che fanno dell’Azerbaijan un centro nevralgico, visto che in questo mese ne ha fatto largo uso e, avendo anche una ricchezza molto maggiore del contendente, ha ottenuto pure il controllo di almeno una ventina di cittadine del Nagorno-Karabach. Anche il coinvolgimento dell’Iran fa parte dello smottamento che sta mutando il panorama che era di accordi strategici ad Astana, mentre ora invece le frizioni tra Tehran e Ankara si fanno sempre più pesanti e su fronti sempre contrapposti, come la rotta costantemente di collisione di Erdoğan con Putin.

Murat ci ha parlato tra l’altro della vendita di armi a singhiozzo da parte del Canada, che si pente a tratti del proprio commercio di droni e la sospende… salvo poi riprenderla qualche mese dopo.

Per quel che riguarda il comparto energetico infine gli aspetti interessanti sono più di politica interna ed emergono, nelle parole di Murat, quando si va a vedere da quali soggetti fisici sono controllati gli impianti e le pipeline, gli appalti e le informazioni. Ma eclatante è l’uso da parte del regime anatolico del conflitto per stornare l’attenzione dai reali problemi interni: dall’indebitamento dei cittadini, dalle banche alla soglia del crak, dal tracollo del valore della lira, dalla crisi economica e dalla perdita dei consensi di Erdoğan. E quindi, propaganda a tutto spiano sulla fratellanza dei due paesi: Azerbaijan e Turchia, un’identità ultranazionalista. E dall’altro lato gli “ultimi”, anch’essi uniti nella fratellanza curdo-armena.

L’artiglio turco sull’Azerbaijan e la conseguente repressione dei “pacifisti”

Il pezzo musicale selezionato da Murat dedicato a Tatavla è Kurtuluş Son Durak – Aman Ağavni

 

 


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