Scuola, selezione a quiz e pandemia

Scritto dasu 13 Ottobre 2020

Il concorsone: una trappola a quiz per chi insegna da anni e deve giocarsi tutto con tre crocette su un foglio. Chi non vincerà la roulette russa continuerà a lavorare senza tutele e nel continuo ricatto imposto dalla precarietà.
La pandemia, con i tanti insegnanti in quarantena, è lo sfondo che rende ancora più grave la decisione di sottoporre ad ulteriore selezione i precari della scuola.
Di fatto, anche a scuola, il lavoro a termine, non è più l’eccezione ma la regola per decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici.
Chi supera il concorso sarà incatenato per cinque anni alla cattedra che avrà scelto. Gli altri lavoratori potranno continuare a fare richieste di trasferimento sia in verticale, sia in orizzontale, mentre i neoassunti dovranno sottostare a quest’ennesimo sopruso.
Centinaia di migliaia di candidati (oltre 60.000 per il solo straordinario) si affolleranno nei luoghi individuati e si contenderanno gli arredi e le attrezzature necessarie allo svolgimento dei concorsi, nonostante il fatto che ripresa dell’epidemia e distanziamento fisico consiglierebbero maggiore prudenza.
Questo perché la ministra, sorretta da alcuni suoi sodali, come la senatrice Granato, ha rilanciato il vuoto e retorico richiamo alla necessità della “selezione per merito”. Un concetto del quale devono avere una ben strana idea se giungono a pensare che consista nel sottoporre a test quelle stesse persone che, in anni e anni di servizio in classe, hanno garantito la tenuta del nostro sistema scolastico e acquisito la necessaria esperienza e le competenze opportune.
Le disposizioni sui concorsi e l’inverosimile aggiornamento delle graduatorie di supplenza, date per valide e intoccabili nonostante fossero infarcite di errori, fanno presagire altri mesi difficili dopo il caotico avvio di questo anno scolastico. E dire che sarebbe stato sufficiente conteggiare tutti i posti vacanti in organico (di fatto e diritto) e poi disporre l’assunzione diretta dei precari con almeno tre anni di servizio e procedure straordinarie e semplificate di assunzione per tutti gli altri a copertura di tutti i posti disponibili.
Il continuo richiamo all’emergenza ha finora limitato le lotte lasciando fin troppo spazio alla ministra e ai suoi burocrati che hanno operato continue forzature su didattica, graduatorie, mobilità, concorsi, precariato. Altrettanto inaccettabile è il silenzio calato sul rinnovo contrattuale di una categoria i cui stipendi sono fermi da anni e anni.
Il 23 ottobre la CUB ha indetto sciopero generale di tutte le categorie di lavoratori e lavoratrici

Ne abbiamo parlato con Alfonso Natale, coordinatore nazionale della CUB Scuola.

Ascolta la diretta:

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