Il caffè di Murat: sanzioni e sistemi bellici

Scritto dasu 22 Dicembre 2020

Questa serie comincia a dover rendere conto degli sviluppi successivi agli argomenti oggetto di interesse nei precedenti appuntamenti: giovedì scorso si era parlato del tentativo di smascherare ruberie, clientele, “mani sulle città”… ecco l’epilogo giudiziario, a dimostrazione che quando si controllano tutti i poteri in una democratura la soluzione non passa attraverso la magistratura o le elezioni. «anche a Istanbul la prefettura non autorizza i procuratori di aprire inchieste contro gli impiegati statali forse coinvolti in un giro di corruzione nelle giunte precedenti» [per chi comprende il turco: https://www.evrensel.net/haber/421659/ibbnin-2-5-milyon-tl-zarara-ugratildigi-belirlendi-valilik-sorusturma-izni-vermedi]. Peraltro sentite anche in questa puntata quanti rappresentanti dell’Hdp sono stati eletti amministratori o al parlamento per poi finire per quel motivo nelle galere della cricca di Erdoğan e il leader dei Lupi grigi vorrebbe porre fuorilegge il partito e incarcerare “tutti”, dimostrando come il delirio fascista sia uguale a tutte le longitudini.

Ma anche l’8 ottobre avevamo già parlato di social e broadcast stranieri che devono finire sotto il controllo governativo, e anche questi si sono assoggettati

La puntata di oggi prende di nuovo spunto da un brano di Bandista, un gruppo travolgente che avevamo già utilizzato in altri esordi di puntata. Ascoltatelo, che vi dà un po’ di brio per affrontare un cappello iniziale che potrebbe diventare uno degli argomenti dei prossimi “Caffè turchi di Murat” e cioè i rapporti tra Turchia e differenti componenti irachene, visto che oggi 17 dicembre 2020 dovevano incontrarsi ai massimi livelli i due governi – e questo non è mai un bene per i compagni curdi, mentre può esserlo per quelli fascisti di Barzani, come si vede dalla notizia segnalata da “al Monitor” sulla pressione di Turchia e Russia, alleate contro le realtà delle comunità ancora attive grazie alla presenza delle Sda curde nel nord della Siria

Per questa puntata Murat ha selezionato come argomenti iniziali le vacue e inefficaci sanzioni americane nei confronti di personaggi secondari come punizione per la spesa militare improntata alla più smaccata sfida alla Nato, lasciandosi aperte tutte le porte verso i potenziali interlocutori e quindi rilanciando il suq delle armi e delle alleanze in un periodo in cui si continua a scombinare qualunque assetto rimasticato e digerito fino a quel momento. In questo caso poi si intrecciano i business bellici con le polpette avvelenate che un suprematista nazista bianco sta distribuendo per la Casa Bianca pur di non andarsene dalle leve del potere. Le banche turche ne escono indenni, comunque: le sanzioni sono un deterrente per gli altri nazionalisti sparsi per il mondo che anelerebbero ad acquistare il sistema S400 russo.

Come avete sentito sempre in materia di armi siamo passati a occuparci delle armi che il governo fascista greco si ritiene legittimato a stanziare il 500% del bilancio “normale” perché Atene si sente sotto minaccia di Ankara, che è anche impegnata a nascondere i casi di covid reali, ma questo negazionismo non significa che non si possano negare tutte le manifestazioni fino al 31 marzo… tutto questo e tanto altro (per esempio, come si fa la crema nel caffè della madre di Murat – con il suo è impossibile ottenerla) potete seguire questo intervento di Murat nella mattinata info di radio blackout anche sul canale YouTube di Murat registrato in diretta streaming:

 

 

 

 


Radio Blackout 105.25

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