Sguardo sulla situazione nelle carceri e mobilitazioni

Scritto dasu 10 Dicembre 2020

Al sopraggiungere della seconda ondata di Covid-19, il carcere si mostra nella brutalità della sua essenza: un deposito per le eccedenze umane del sistema di produzione. Bastano pochi dati, infatti, per avere chiara la drammaticità della situazione e il disinteresse dello Stato per la tutela dei detenuti. In Italia, ci sono circa 7.000 detenuti in più rispetto ai posti letto disponibili (circa 50mila). Il DL Ristori del 28 novembre contiene misure che permetterebbero la richiesta (non l’ottenimento automatico) di misure alternative a meno di 5000 persone. Le misure preventive attuate negli istituti penitenziari prevedono isolamento, blocco dei colloqui e dei pacchi, riduzione delle ore d’aria e delle attività, insomma un decurtamento delle poche cose che rendono minimamente vivibile il carcere. In tutta la penisola, parenti amici e solidali di detenuti e detenute provano ad organizzarsi per non affrontareil rullo compressore dell’istituzione totale in solitudine e disperazione. Abbiamo parlato di situazione e mobilitazioni con una compagna e redattrice di Radio Blackout.

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