Trieste. Prove tecniche di devastazione

Scritto dasu 1 Febbraio 2022

Il Carso è un ambiente prezioso e fragile. Da anni si susseguono tentativi di imporre opere dal forte impatto in quest’area, sempre battute dalla lotta popolare.
Oggi nuove minacce si profilano all’orizzonte. Rete Ferroviaria Italiana intende realizzare un traforo di venti chilometri. Una follia per la delicata composizione idrogeologica del Carso, un unicum da preservare e non da devastare con progetti utili solo a gruppi di interesse, economici e politici, per i quali cementificare è sinonimo di profitto. Se la galleria fosse realizzata chi viaggia “guadagnerebbe” dieci minuti, mentre le perdite per l’ambiente sarebbero incalcolabili.
A Trieste stanno mettendo in cantiere altri due progetti inutili e distruttivi. Il primo è un’ovovia, che costerà 45 milioni di euro presi dal PNRR, per un’infrastruttura che non farà altro che deturpare il paesaggio del litorale carsico, senza risolvere nulla in termini di viabilità. Una giostra per turisti su una parte franosa dove in tanta parte dell’anno batte un vento fortissimo, che ne impedirebbe l’utilizzo.
Dulcis in fundo il disboscamento della pineta di Cattinara per far posto al nuovo ospedale pediatrico Burlo Garofalo, una decisione insensata e che nulla porterà in termini di benefici alla popolazione. Invece di ristrutturare ed ampliare l’ospedale esistente, che si trova in centro, si punta ad un’opera utile solo a rimpinguare le casse della lobby del cemento e del tondino.
Contro questi progetti si stanno muovendo i primi passi di un’opposizione territoriale di ampio respiro, che, come in passato, riesca a bloccare queste opere inutili e devastanti.
Ce ne ha parlato Raffaele, un compagno attivo nelle lotte

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