Street parade contro il DL anti rave
Scritto dainfosu 19 Dicembre 2022
Sabato 17 è stata una giornata di mobilitazione contro l’articolo 633bis. A Napoli, Bologna e Torino ci sono state altrettante street parade, e anche a Firenze c’è stata un’iniziativa in contemporanea.
Diversi i motivi alla base della protesta: su tutti le contestazioni al governo a guida Meloni e l’opposizione al decreto anti-rave, approvato tre giorni fa in Senato, che incide anche sulla disciplina del cosiddetto ergastolo ostativo. Lo striscione del carro di apertura, a Torino, recitava “Contro repressione, sorveglianza e 41 bis // SMASH REPRESSION”, per esplicitare i molteplici nodi che vanno a erodere progressivamente la libertà di tutt*, e il sostegno a chi lotta in regime di 41 bis.
Fin dalla sua prima stesura – e nonostante le limitazioni introdotte successivamente – questo decreto ha incarnato lo scopo evidente di colpire non solo le feste, ma anche i concerti e le iniziative nei centri sociali, negli squat, in uno spazio urbano abbandonato o in un bosco, attaccando tutti gli eventi “musicali o aventi altro scopo di intrattenimento” con la scusa della “sicurezza e dell’igiene”.
Stanno plasmando un mondo in cui la nostra unica speranza è quella di sopravvivere in “sicurezza”… tra una pandemia e una guerra mondiale. Un concetto di sicurezza o di igiene evidentemente strumentale, che si traduce in un mondo in cui scuole pericolanti o farcite di amianto, fabbriche d’armi, allevamenti intensivi e depredazione del pianeta sono considerati “sicuri e igienici”… mentre ballare in una fabbrica, in un bosco, occupare una casa per un concerto o una proiezione, diventano fenomeni punibili come “minacce alla sicurezza”.
Abbiamo parlato con un compagno del decreto, delle piazze di Torino, Bologna, Roma, Napoli e Firenze, provando a elaborare qualche riflessione sulla giornata: