Il crollo delle Borse?

Scritto dasu 14 Marzo 2023

Il 13 marzo è stato un lunedì nero per le borse europee: 291 miliardi sono stati bruciati in poche ore dopo il crack della Silicon Valley Bank.
Non si è trattato di un evento imprevisto o imprevedibile, perché, sebbene taciuti, già a fine 2022 c’erano chiari segnali di un difficoltà: i titoli detenuti dalla banca erano in caduta per il forte rialzo dei tassi di interesse. In più la Silicon Valley Bank aveva tra i propri clienti molti degli operatori che lavorano con i bitcoin, un’altra bolla destinata a sgonfiarsi presto.
Prima della SVB erano già crollate altre due banche minori, per cui gli effetti sistemici erano stati limitati, ma è possibile che la situazione possa peggiorare, se la Federal Banck non blocca il rialzo dei tassi di interesse.
Di fatto negli States debito pubblico e debito globale sono aumentati fortemente: sono legittimi forti timori sulla caduta del sistema.
Difficile comunque fare ora pronostici precisi.
Nonostante Biden abbia annunciato un intervento governativo, forte è il timore che si verifichi una crisi simile a quella innescata dal fallimento della Lehman Brothers nel 2008.
Nel nostro paese il lunedì è stato più nero che nel resto dell’Europa, perché Milano è una borsa che tratta oer il 40% titoli finanziari e, quindi, è maggiormente esposta di altri mercati azionari europei.
In Europa come negli States abbiamo assistito in questi anni ad una sorta di keynesismo finaziario: le banche sono state salvate con soldi pubblici, soldi ricavati dalla fiscalità generale e pagati in primis dalle classi meno abbienti.
Nel 2008 la crisi partì dal mondo virtuale della finanza ma investì pesantemente le vite di miliardi di persone.

Ce ne ha parlato Renato Strumia

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