Le logiche di guerra della polizia
Scritto dainfosu 20 Maggio 2024
Secondo la celebre immagine di Walter Benjamin, la polizia è una mescolanza di «due specie di violenza», la violenza che pone e la violenza che conserva il diritto. Tuttavia, più che nella semplice difesa e conservazione dell’ordine, la polizia ha un ruolo nella produzione dello stesso, è una tecnologia di governo.
Dopo il G8 di Genova erano le polizie italiane ad essere considerate le più violente d’Europa occidentale. Adesso sono quelle francesi. Tuttavia parlare di incremento di violenza è fuorviante: la polizia nel corso della sua storia ha sempre sparato, represso e ammazzato.
Basta ricordare l’epoca di Mario Scelba, simbolo della repressione Dc contro tutto ciò che fosse o apparisse “sovversivo” nell’Italia degli anni ‘ 40 e ’50: la polizia, insieme ai carabinieri, non esitava a sparare sui picchetti di operai e braccianti che occupavano le terre o sui disoccupati in corteo.
La violenza della polizia non va quindi letta in termini di “abuso” o “eccezione”, ma come componente strutturale dello Stato, tanto più in un’epoca in cui la guerra come paradigma della modernità sta emergendo spogliata di qualunque velo mediatore. Oggi infatti viviamo in un contesto in cui la polizia è sempre più esplicitamente chiamata a combattere una “guerra” contro il crimine e il disordine, equipaggiata con strumenti, nuove tecnologie e addestrata secondo logiche operative che richiamano sfacciatamente i modelli militari.
Chi si tratti di gestione militare della piazza, o dell’utilizzo del diritto penale o amministrativo del nemico, l’obiettivo oggi è quello di colpire e reprimere non più solo la popolazione migrante, indesiderabile o sovversiva, ma chiunque minacci di inceppare la mobilitazione totale a cui siamo sottoposti, anche nel campo delle idee. E’ la popolazione refrattaria ad essere vista, a geometrie variabili, come criminogena. Lo Stato è pronto a distruggere la società, la polizia è una delle sue braccia armate.
Qui un approfondimento con Enrico Gargiulo, autore di “Polizia. Un vocabolario dell’ordine” (Mondadori, 2023):
Qui l’analisi di Giuseppe Campesi, autore di “Che cos’è la polizia?” (Derive Approdi, 2024):