Grecia: proteste per i ritardi nelle indagini sul disastro ferroviario
Scritto dainfosu 11 Febbraio 2025
Centinaia di migliaia di persone hanno manifestato nelle scorse settimane nel centro di Atene e anche in oltre 100 città del Paese per chiedere giustizia per le 57 persone rimaste uccise nel disastro ferroviario di Tempe del 28 febbraio 2023, quando il treno passeggeri Intercity 62 della Hellenic Train, partito da Atene e diretto a Salonicco, si è scontrato con il treno merci 63503 sempre della Hellenic Train, proveniente da Salonicco e diretto a Larissa. Hellenic Train è la società di trasporto ferroviario greca per passeggeri e merci. Fondata nel 2005 e controllata al 100% da Ose, le ferrovie dello Stato greche, TrainOse dal 2007 prende il controllo di tutte le attività operative e di gestione del trasporto ferroviario del gruppo, operando come una società indipendente. Nel bel mezzo della crisi dei debiti sovrani, il governo greco vara un piano di privatizzazioni da 3 miliardi di euro in cui ricade anche TrainOse. Nel 2013 viene lanciata una gara internazionale per la privatizzazione di TrainOse, che viene acquisita al 100% dal gruppo Ferrovie dello Stato.
I parenti delle vittime dell’incidente ferroviario hanno intrapreso diverse azioni legali per ottenere delle risposte sulle cause della tragedia e chiedere giustizia. Ancora non vi è una ricostruzione ufficiale della collisione e quindi non si spiega perchè, in quella sera di febbraio 2023, un treno viaggiasse a quasi 200 km orari nel binario sbagliato. I tentativi da parte del governo greco di insabbiare l’accaduto e ritardare, o depistare, le indagini sono stati molteplici. Non solo. Pochi giorni prima dell’incidente, il sindacato nazionale dei ferrovieri greci aveva rilasciato un comunicato che denunciava la fatiscenza del sistema ferroviario, dichiarando che «la politica delle privatizzazioni concepita e attuata da tutti i governi, specialmente dalla crisi in poi, ha decisamente peggiorato le condizioni della rete ferroviaria» e denunciando «lo stato di profonda incuria in cui versa tutto il comparto, sia per quanto riguarda i mezzi che il personale».
Un altro dato da aggiungere è che dal 2018 al 2020 la Grecia ha avuto il più alto tasso di incidenti ferroviari mortali di tutta l’Europa (sui chilometri percorsi).
Ne abbiamo parlato con Anna Giulia, antropologa urbana che vive tra l’Italia e la Grecia, dove si occupa di infrastrutture e processi di turistificazione. La conversazione con lei ci ha restituito un quadro delle proteste in corso, delle loro motivazioni, ed è emersa l’ampiezza delle potenzialità che un discorso critico e di lotta rispetto alle infrastrutture offre. Ascolta e scarica l’interessante approfondimento: