Turchia. Dalla democratura alla dittatura democratica
Scritto dainfosu 19 Luglio 2016
Purghe di massa, arresti: la vendetta di Erdogan contro gli oppositori del suo governo, considerati tutti, a torto o a ragione, autori o sostenitori del fallito colpo di Stato militare è durissima.
Ammassati per terra seminudi e con mani e piedi legati, probabilmente nella palestra di un edificio militare. Sono le immagini che circolano in queste ore sui social network, sulle condizioni di detenzione di decine di militari turchi, arrestati in questi giorni. In altre foto si vedono soldati golpisti arrestati con evidenti segni di percosse.
L’ex capo dell’aviazione turca Akin Ozturk avrebbe confessato, durante un interrogatorio, di aver preso parte alla pianificazione del fallito golpe in Turchia.
Le immagini del suo volto, le ferite al capo e al petto inducono a ritenere che la confessione sia stata fatta sotto tortura.
A Istanbul è stato ucciso a fucilate il vice sindaco Cemil Candas contro il quale due persone hanno aperto il fuoco nella sede della municipalità di Sisli, nel centro di Istanbul.
Oltre ai militari e ai giudici, le purghe coinvolgono la polizia e l’amministrazione. Secondo alcune stime, il provvedimento riguarderebbe quasi il 5% della popolazione turca. Le autorità turche hanno sospeso 30 prefetti su 81. In totale, i dipendenti del ministero dell’Interno sollevati dai loro incarichi sono 8.777, di cui – oltre ai prefetti – 7.899 poliziotti, 614 gendarmi e 47 governatori di distretti provinciali. Ma le prughe toccano anche dipendenti pubblici non direttamente legati alla sicurezza. Oltre alle quasi 12 mila persone già sospese da polizia e magistratura, circa 1.500 dipendenti sono stati sollevati dai loro incarichi dal ministero delle Finanze.
Le autorità turche hanno introdotto una nuova regolamentazione che vieta l’espatrio ai dipendenti pubblici, con alcune eccezioni per alcuni passaporti speciali, che necessiteranno comunque dell’approvazione dell’istituzione presso cui si lavora.
Erdogan sostiene la reintroduzione della pena di morte.
Molto forte è la tensione tra il governo turco e quello statunitense, accusato di dare asilo a Gulen, l’ex alleato di Erdogan, che il sultano di Ankara accusa di essere il deus ex machina del fallito colpo di stato. La base di incirlik, da cui sono partiti gli aerei dei golpisti è una base della Nato. Dal giorno del golpe è stata isolata, privata di elettricità, e circondata dalle truppe fedeli al governo.
Difficile pensare che i militari di stanza nella base NATO ignorassero quello che stava bollendo in pentola.
Quale scenario interno ed internazionale si profila per la Turchia?
Al confine siriano le milizie delle comunità del Rojava stanno per concludere la conquista dell’ultimo valico di frontiera con la Turchia: un grosso smacco per Erdogan, che, non per caso nelle ultime settimane aveva dato segnali di aperturta alla Russia di Putin e persino ai nemici giurati della Siria di Assad.
Ne abbiamo parlato con Daniele, anche in vista di un approfondimento che si farà domani sera al presidio di Venaus·
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