Juncker ai ferri corti con Renzi
Scritto dainfosu 8 Novembre 2016
Sempre più difficili i rapporti tra l’Italia e Bruxelles. L’attacco sferrato ieri da Jean-Claude Juncker all’Italia è indice di un cambiamento nel clima tra il governo e la Commissione, che dovrà dare il suo giudizio sulla manovra.
L’Italia – ha detto il numero uno dell’esecutivo comunitario – non cessa di attaccare, a torto, la Commissione. E questo non produce risultati attesi». Tradotto: è in corso una trattativa e noi dovremmo chiudere un occhio sui conti italiani, ma non possiamo più accettare di essere un giorno sì e l’altro pure bersaglio degli attacchi di Renzi. Mai, nelle ultime settimane, Juncker si era spinto a tanto. Evidentemente il silenzio pre-elettorale che Bruxelles si era auto-imposta per non danneggiare Renzi è saltato.
Il presidente della Commissione è anche entrato nel merito dei numeri della legge di bilancio italiana, già oggetto di una lettera in cui Bruxelles chiedeva «chiarimenti» su alcuni conti che non tornano. «I costi del terremoto e dei rifugiati – ha detto Juncker – equivalgono allo 0,1% del Pil (per il governo italiano invece valgono lo 0,4%, ndr). L’Italia ci aveva promesso di arrivare a un deficit dell’1,7% nel 2017, ora ci propone il 2,4% (2,3% secondo il progetto di bilancio italiano, ndr), in ragione dei costi del terremoto e dei rifugiati, ma questo costo è limitato allo 0,1% del Pil». Stando alle sue parole, dunque, sembra che la distanza tra Roma e di Bruxelles sia piuttosto ampia, pari a 0,3% del Pil.
Renzi dal canto suo non può permettersi di fare passi indietro: la demagogia sui migranti e la sicurezza nelle scuole è uno dei cavalli di battaglia del presidente del consiglio, impegnato a tutto campo per limitare i danni di una possibile sconfitta.
Ne abbiamo parlato con Francesco, che ha analizzato per noi il DEF
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