Uccisione di Jefferson a Genova, Gabrielli rilancia sul Taser per la polizia
Scritto dainfosu 13 Giugno 2018
Domenica a Genova il ventenne equadoriano Jefferson Garcìa Tomala è stato ucciso da un poliziotto, intervenuto in supporto a un medico per un trattamento sanitario obbligatorio. Il giovane aveva aggredito un agente con un coltello dopo essere stato colpito con lo spray al peperoncino e il collega del poliziotto ha sparato almeno cinque colpi di pistola. Il capo della polizia Franco Gabrielli, nel commentare la vicenda, ha annunciato: “Per la sicurezza di tutti, le forze dell’ordine avranno pistole elettriche taser”.
C’è l’ok del ministro dell’Interno Matteo Salvini e del capo della polizia Franco Gabrielli, convinto che a Genova la pistola elettrica avrebbe evitato al poliziotto di restare ferito da una coltellata e soprattutto avrebbe risparmiato la vita al giovane. Presto i poliziotti avranno in dotazione i taser, ufficialmente con la motivazione che così potranno agire in sicurezza e non arrecare danno eccessivo alle persone in determinati interventi (tra cui l’ordine pubblico).
Lo scorso 20 marzo una circolare del vice capo della polizia dichiarava l’arma elettrica compatibile con la normativa italiana: un apparente paradosso, visto che l’Onu la classifica come strumento di tortura. A seguito della circolare, che ha avviato la sperimentazione della pistola taser in sei questure italiane, Amnesty International Italia ha rilasciato questo commento: “Apparentemente, queste pistole sembrano avere tutti i vantaggi: facili da usare, efficaci e risolutive in situazioni complicate, tanto nei confronti di persone recalcitranti all’arresto quanto di prigionieri in rivolta o di folle aggressive. In più, portano con sé quella definizione rassicurante di ‘armi meno che letali’ o ‘non letali’”. Ma, proseguono, i dati restituiscono un quadro diverso: “negli Usa e in Canada, dal 2001, il numero delle morti direttamente o indirettamente correlate alle taser è superiore al migliaio. Nel 90 per cento dei casi, le vittime erano disarmate. Gli studi medici a disposizione sono concordi nel ritenere che l’uso delle Taser abbia avuto conseguenze mortali su soggetti con disturbi cardiaci o le cui funzioni, nel momento in cui erano stati colpiti dalla Taser, erano compromesse da alcool o droga o, ancora, che erano sotto sforzo, ad esempio al termine di una colluttazione o di una corsa. Altro fattore di preoccupazione è la facilità con cui la Taser può rilasciare scariche multiple, che possono danneggiare anche irreversibilmente il cuore o il sistema respiratorio”.
Questa mattina abbiamo intervistato l’avvocato penalista Stefano Bertone, che ha preso posizione e commentato i rischi dell’utilizzo della pistola taser: