1938: le leggi razziali
Scritto dainfosu 18 Settembre 2018
Il 18 settembre del 1938 il governo fascista promulgò le leggi razziali.
Nei fatti era stata revocata la cittadinanza ad una parte della popolazione.
Benito Mussolini, in una piazza dell’Unità a Trieste gremita da 150mila persone annunciava una serie di decreti regi e dichiarazioni che miravano a discriminare gli ebrei e limitarne la libertà. Sono centinaia i decreti che hanno contribuito alla persecuzione razzista in Italia.
Le leggi furono anticipate dal Manifesto della Razza, un documento firmato da 10 scienziati italiani che provava l’esistenza delle razze e la subordinazione di alcune ad altre. Galeazzo Ciano, genero e ministro di Benito Mussolini, scrisse nel suo diario: “Il Duce mi dice che in realtà l’ha quasi completamente redatto lui”.
La legislazione antisemita comprendeva: il divieto di matrimonio tra italiani ed ebrei, il divieto per gli ebrei di avere alle proprie dipendenze domestici di razza ariana, il divieto per tutte le pubbliche amministrazioni e per le società private di carattere pubblicistico – come banche e assicurazioni – di avere alle proprie dipendenze ebrei, il divieto di trasferirsi in Italia a ebrei stranieri, la revoca della cittadinanza italiana concessa a ebrei stranieri in data posteriore al 1919, il divieto di svolgere la professione di notaio e di giornalista e forti limitazioni per tutte le cosiddette professioni intellettuali, il divieto di iscrizione dei ragazzi ebrei nelle scuole pubbliche, il divieto per le scuole medie di assumere come libri di testo opere alla cui redazione avesse partecipato in qualche modo un ebreo. Fu inoltre disposta la creazione di scuole – a cura delle comunità ebraiche – specifiche per ragazzi ebrei. Gli insegnanti ebrei avrebbero potuto lavorare solo in quelle scuole.
Infine il divieto di svolgere il servizio militare, esercitare il ruolo di tutore di minori, essere titolari di aziende dichiarate di interesse per la difesa nazionale, essere proprietari di terreni o di fabbricati urbani al di sopra di un certo valore. Per tutti fu disposta l’annotazione dello stato di razza ebraica nei registri dello stato civile.
Ne abbiamo parlato con Paolo Finzi di Arivista che ci ricorda le origini millenarie dell’antisemitismo. Le porte dei ghetti si erano aperte solo da alcuni decenni prima del 1938.
A 80 anni di distanza un nuovo diritto penale del nemico si è affermato nel nostro ordinamento.
Ascolta la diretta:
2018 09 18 Finzi anniversario leggi razziali