ChatGPT. Tra apolcalittici ed integrati
Scritto dainfosu 4 Aprile 2023
Il Garante della privacy ha chiesto e ottenuto lo stop al servizio ChatGpt, un software d’intelligenza artificiale. Il Garante ha aperto un procedimento nei confronti di OpenAI, la startup che ha elaborato il chatbot conversazionale ChatGpt, e disposto un blocco temporaneo al trattamento dei dati dei cittadini italiani, contestandone la raccolta illecita. La società, che ha immediatamente disposto la sospensione del servizio, rischia una multa pesante.
Non solo. Negli stessi giorni è stato diffuso un appello che Elon Musk e altri mille esperti (imprenditori; accademici; blogger) hanno rivolto a tutti gli addetti ai lavori chiedendo almeno una moratoria di sei mesi allo sviluppo di ‘AI autogenerative proprio come ChatGPT’; in particolare si chiede lo stop di GPT-4 il modello più sofisticato della Chat lanciato da Open AI (l’azienda no profit che produce la Chatbot). L’appello è molto significativo in sé, lo è ancora di più se si pensa che Elon Musk è stato uno degli iniziali finanziatori della stessa Open AI.
Ma cos’è ChatGPT? Che differenza c’è tra l’algoritmo di OpenAI e quello di Google rispetto alla raccolta dati?
ChatGPT è una chat che riesce a dare risposte dirette (e parlate) su ogni tema possibile e lo fa sulla base di sofisticate tecnologie di Intelligenza Artificiale: algoritmi di apprendimento automatico che generano risposte simili a quelle umane all’interno di un discorso. Un algoritmo di apprendimento automatico (machine learning) è in grado di imparare dai dati e costruire un modello per ogni specifico problema che gli si presenta.
In altre parole, i vari algoritmi “addestrano” un modello che rappresenta l’essenza della capacità di risolvere quel problema. Nel giro di soli due mesi la Chat ha raccolto più di cento milioni di utenti divenendo l’app di più rapido successo nella storia di Internet.
Detto questo i dati forniti devono essere considerati verosimili, non veri, sebbene stabilire quale sia lo statuto di verità di una qualsiasi proposizione è questione filosofica molto complessa.
Un fatto è certo: un massiccio invio di informazioni orientate da parte di gruppi bene organizzati, può produrre effetti paradossali come sostenere che la terra è piatta o, peggio, avallare teorie o pratiche razziste. Nei caso più macroscopici le imprese incaricano un’azienda specializzata di “ripulire” la chat. Ma, va da se una chat basata su un algoritmo che, nella felice definizione di Noam Chomsky non è altro che un motore statistico, i margini per l’introduzione di un pulviscolo di fake news o di propaganda è molto ampio.
In questo come in altri casi non è il caso di immaginare scenari apocalittici, ma neppure essere immediatamente disponibili ad un’adesione acritica.
Abbiamo provato a capire cosa ci sia a monte della decisione del garante dei dati personali e della presa di posizione di Musk e quali possibili scenari che si aprano con questa tecnologia.
Ne abbiamo parlato Lorenzo, che da anni si occupa di questi temi.
Ascolta la diretta: