Francia in fiamme dopo la morte di Nahel // parte 1

Scritto dasu 5 Luglio 2023

Nanterre, banlieu parigina. La mattina del 27 giugno Nahel viene fermato dalla polizia mentre è alla guida di una macchina. “Ti sparo un proiettile in testa”, lo minaccia un agente, mentre punta l’arma verso il ragazzo. Poi spara, e lo uccide.

Inizialmente, la polizia ha invocato la legittima difesa dichiarando che la macchina del ragazzo correva in direzione degli agenti. Una versione smentita da un video che ha fatto il giro del web (link: https://www.youtube.com/watch?v=62QW5gHzIeQ) dimostrando che i poliziotti avevano mentito.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si è immediatamente mobilitato il consueto apparato repressivo: schieramento dei reparti antisommossa e il quartiere Picasso, il quartiere del giovane, in stadio d’assedio «preventivo».

Dalla notte stessa, la rabbia monta. La prima notte nelle banlieues di Parigi e nei giorni successivi arriva ad abbracciare le grandi città come Lione, Lille, Nizza, Tolosa, Marsiglia, oltre a tantissimi centri urbani di piccole e medie dimensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Municipi, stazioni di polizia, supermercati, tram, auto – soprattutto della polizia -, banche, uffici governativi e istituzionali di vario genere, scuole comprese, sono stati incendiati o attaccati in mezza Francia. Segnalato anche un tentato assalto al carcere di Fresnes, sud di Parigi, per fare evadare le persone rinchiuse; attaccato il posto di guardia del carcere da alcune decine di manifestanti, respinti a fatica solo dopo l’arrivo dei reparti di pronto intervento.

Abbiamo deciso di fare uno speciale su quello che è accaduto e sta accadendo in Francia.

Qui il podcast della prima parte dello speciale:

 

I primi due contributi sono stati quelli di Mournia, del Fronte delle madri e del Coordinamento dei Comitati per la difesa dei quartieri popolari, che ci parla della violenza poliziesca sistemica in Francia su giovani razzializzati, molto spesso neri o magrebini:

(scaricabili qui e qui)

Abbiamo poi chiesto a Mathieu Rigouste, sociologo e saggista francese originario della municipalità di Nanterre, che si occupa di capitalismo securitario, endocolonialismo e segregazione razziale, di fornirci una genealogia dei Comitè veritè et justice, analoga a quella relativa alla violenza poliziesca che emergeva da una sua intervista apparsa qualche giorno fa su Il Manifesto.

 

In seguito, abbiamo chiesto a Fx, membro della Plateforme d‘enquêtes militantes, di farci un racconto cronologico dell’ultima settimana a Parigi. Dalla chiacchierata con lui emergono anche alcuni elementi utili a inquadrare le rivolte scoppiate in seguito alla morte di Nahel:

 

L’intervento di Leopold Lambert si concentra su un asse geografico (la banlieue di Nanterre) e un asse temporale (la correlazione tra le rivolte del 2005 e quelle del 2023). Lambert è redattore della rivista The Funambulist, un progetto editoriale che si occupa di storia imperiale e lotte anticoloniali su scala globale. È altresì autore di un libro uscito in lingua francese che s’intitola “stato d’urgenza, una storia spaziale del continuum coloniale francese”. In questo libro, come nei suoi contributi audio, Lambert si occupa di mostrare la trasmissione storica dei sistemi giuridico-amministrativi razzisti e razzializzanti.

 

Contributo di M’hamed da Nanterre. M’hamed fa parte del comitato di lotta contro i crimini razzisti a Nanterre e altrove. Il lavoro del suo collettivo consiste nel divulgare e far riconoscere i crimini coloniali. Fa altresì parte della coordinazione per l’anniversario della Marche pour l’égalité del 1983, di cui quest’anno ricorre il 40esimo anniversario.

 

(seguiranno i podcast del resto dello speciale)


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