Gli interessi delle multinazionali energetiche in Mozambico
Scritto dainfosu 23 Maggio 2024
Il Mozambico è al terzo posto in Africa per riserve di gas stimate, ma nonostante il boom del settore idrocarburi è uno dei paesi al mondo per indice di sviluppo umano. Una economia particolarmente dipendente dagli aiuti allo sviluppo e dai soldi portati dall’industria del fossile.
A questa situazione già estremamente precaria, si aggiunge il rischio economico che il Mozambico potrebbe affrontare a causa dell’esposizione alle richieste di risoluzione di controversie legali da parte di aziende straniere che investono in estrazione di carbone, petrolio e gas: infatti le aziende fossili, tra cui TotalEnergies ed Eni, possono chiedere risarcimenti miliardari, per la presenza di clausole economiche della durata media di 25 anni, nel caso in cui il governo di Maputo decidesse di adottare misure che potrebbero essere d’intralcio ai loro profitti, come ad esempio normative di tutela ambientale, leggi a favore dei lavoratori o una revisione delle tariffe per lo sfruttamento delle risorse.
Secondo una studio realizzato dalla Columbia University e dalle organizzazioni ambientaliste Justiça Ambiental e Friends of the Earth Europe, tale rischio economico si aggira attorno ai 29 miliardi di dollari, quasi il doppio del PIL stesso del Mozambico.
Una minaccia economica e politica, un coltello dalla parte del manico legalizzato da parte delle coorporation del fossile, al sapore di colonialismo in salsa moderna. Una situazione allarmante che segna di fatto l’impossibilità di una autonomia energetica ed economica interna da parte del Mozambico. Tutto ciò, alla luce di nuovi lavori ed ampliamenti di terminal per estrazione di Gnl da parte di TotalEnergies e progetti di ampliamento di Eni nel nord del paese.
Ne parliamo con Ilaria Sesana, giornalista e autrice di un articolo su Altreconomia su questi temi. Ascolta la diretta su Radio Blackout: