Tre morti sul lavoro in poche ore: “strage senza fine” o indifferenza senza vergogna?
Scritto dainfosu 27 Marzo 2025
Commento peculiare, visto che il compito di politica e sindacati sarebbe lavorare non solo affinché nessuna strage abbia più luogo, ma affinché non una sola persona perda la vita per colpa del proprio lavoro.
D’altronde, quest’affermazione sbrigativa ha una sua evidenza scientifica che trova riscontro non solo nei dati dell’INAIL – che si basano esclusivamente sulle denunce d’infortunio – bensì, da altre fonti informative – come le inchieste infortunio dei Servizi PreSAL delle ASL – che ci dicono che solo in Piemonte ci sono dai 35 ai 40 morti sul lavoro, una media stabile da 10 anni. I comparti più a rischio risultano essere agricoltura e edilizia e la popolazione più a rischio è ovviamente quella straniera.
C’è di più: dall’analisi di 800 infortuni mortali in 20 anni, è risultato che un terzo degli incidenti si sarebbe potuto evitare grazie all’intervento di un operatore di vigilanza e ispezione. In edilizia, almeno la metà.Dati interessanti si possono trovare qui .
Ma i controlli da soli non bastano: servirebbe integrare fonti, saperi ed esperienze. Importantissima è la divulgazione dell’esperienza dei lavoratori e, per questo, abbiamo intervistato un epidemiologo del lavoro che da anni si occupa di raccogliere le storie dei
Ai nostri microfoni, Osvaldo Pasqualini. Buon ascolto.