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Il medico dell’Alcoa è salito stamane sul silos della fabbrica di alluminio primario di Portovesme per visitare uno dei tre operai che da due giorni protestano a oltre 60 metri di altezza dentro una tenda e con uno striscione calato ieri dalla ringhiera di protezione con la scritta: “Disposti a tutto”. Il lavoratore, che ha […]

Continua ad oltranza la protesta degli operai della Gesip che dal 31 Agosto, data della scadenza della proroga del contratto, sono di fatto senza lavoro e ancora peggio senza nessuna prospettiva per il prossimo futuro. Dopo il mancato rinnovo dei 5 milioni di euro utili al pagamento degli stipendi degli operai e al mantenimento dei […]

Vi ricordate dell’impegno del governo italiano a far pagare l’IMU alla chiesa cattolica? Impegno preso, obtorto collo, dopo la condanna dell’UE per il mancato pagamento della vecchia ICI?
Non se ne fa niente: il governo dei “tecnici” non ha trovato in sette mesi il tempo per stabilire quali immobili siano soggetti a tassazione, quindi, per quest’anno difficilmente la chiesa pagherà. Se il decreto dovesse arrivare all’ultimo momento la chiesa avrebbe buon gioco a presentare ricorso. Poi si vedrà: a pagare c’é sempre tempo.
La legge approvata dal Parlamento nell’inverno scorso non è utilizzabile, perché manca l’atto amministrativo del Tesoro che stabilisca effettivamente quando l’attività “dichiarata” non profit di chiese, partiti e fondazioni è da considerarsi esclusivamente non commerciale e quanto debba essere versato al fisco. Non un dettaglio secondario: senza il decreto del ministro Grilli la nuova Ici è una pistola caricata a salve, o meglio, a salmi.

Nulla di cui stupirsi: tra gli infiniti tagli imposti dal governo Monti in questi mesi non un euro è stato tagliato alla chiesa cattolica, la cui influenza sul potere politico è stata di recente confermata dalla decisione del governo di presentare ricorso contro la condanna della Corte Europea della norma della legge 40 sulla fecondazione assistita, che proibisce la diagnosi preimpianto degli embrioni.

Ne abbiamo parlato con Francesco che ha evidenziato i meccanismi di una vera truffa di Stato.

Da Dolcino a Gioacchino da Fiore ai Catari, Patari, Gazzeri, Bogomili, Valdesi, fraticelli, tutti gli eretici perseguitati ferocemente da una chiesa cattolica ben decisa a difendere, in nome della Città Celeste, il proprio più che terreno dominio.
Eretici accomunati dal rifiuto del principio di autorità e quindi della Chiesa alla quale non si debbono pagare le decime. Dolcino, ad esempio, predicava la povertà come distacco dal potere e dalla gerarchia, la comunione dei beni materiali, l’assenza di vincoli formali di obbedienza. La sua era una dottrina radicale che incontrandosi con le esigenze emergenti dalla disperata condizione dei servi della gleba e del popolo minuto delle città porta ad una rivolta che per le autorità religiose e civili del tempo rappresentò una terribile minaccia per l’ordinamento istituzionale e sociale.
I dolciniani raccolsero consenso tra masse povere rurali ed urbane e, anziché “farsi massacrare inermi, si armarono, espropriarono per sopravvivere i ricchi, inventarono la guerra di guerriglia, in pianura e in montagna”.
Nel 1307 si concludeva sulle montagne biellesi l’ultima battaglia di Dolcino e degli “Apostolici” contro la crociata feudale. Questa battaglia resta nella storia come segno e memoria di un lungo conflitto. La lotta dei ribelli contadini ed eretici riemerge nei movimenti giacobini del 1796-99, nelle lotte democratiche del 1848, accompagna la formazione di gruppi operai di indirizzo anarchico e socialista a fine ‘800, nei nomi e nei luoghi dolciniani nella Resistenza e nelle lotte operaie degli anni ’60.
Nel lungo cammino delle rivolte popolari l’epica lotta antifeudale ed egualitaria degli insorti dolciniani si dipana sul filo della memoria e del tempo.

Il filo rosso delle ribellioni popolari attraversa le epoche e i confini e si intreccia nella memoria facendosi cosa viva nelle lotte di oggi.
A oltre 700 anni dal rogo degli eretici dolciniani, sconfitti dopo lunga resistenza, ogni anno, dal 1974, il monte Rubello è luogo di incontro nel segno di una resistenza che continua, del filo che annoda le lotte di ieri a quelli che oggi vedono protagonisti i tanti che non credono che questo mondo di guerre feroci, torture, disuguaglianze, razzismo, saccheggio e devastazione dei territori sia il migliore dei mondi possibili.

Ne abbiamo parlato con Roberto Prato, che con tanti altri, nel 1974 salì al monte per collocare un cippo nello stesso luogo dove i fascisti avevano fatto saltare la pietra posta ad inizio secolo dai operai anarchici e socialisti della zona.
In questo stesso luogo si terrà domenica 9 settembre l’annuale giornata dolciniana, con salita al cippo, assemblea, pranzo al sacco, musica e teatro.

Il consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto sanità. Il cuore del provvedimento saranno ancora i tagli alla spesa e, quindi, al servizio sanitario. Per gettare un po’ di fumo negli occhi norme sui videopoker, il latte crudo e i succhi di frutta. Del tutto indeterminata la parte del provvedimento che promette, grazie all’accorpamento di più professionisti nello stesso studio, la copertura sanitaria 24 su 24. L’eventuale attuazione di questa norma spetta alle Regioni. Difficile immaginare che, con la secca riduzione delle risorse prevista dal decreto, questa misura possa essere applicata in modo da migliorare il servizio. La scelta di accentrare e tagliare che ha chiuso e chiuderà molte piccole strutture ospedaliere diffuse sul territorio, suggerisce l’ipotesi che questa norma, che dovrebbe sgravare la pressione intollerabile sui pronto soccorso, finisca con il restare un semplice rigo sulla carta. Sempre che non venga stravolta e l’accorpamento non sia che una modo per concentrare e ridurre le prestazioni fornite
Completamente esclusi da questa riforma restano i malati, che sempre più sono considerati oggetti e non soggetti nelle scelte che li riguardano.

Ne abbiamo parlato con Giordano, infermiere, che ben conosce le poste in gioco in un decreto che si guarda bene dal toccare gli interessi delle multinazionali del farmaco, delle baronie universitarie, delle lobby politiche che governano le carriere dirigenziali, la cui nomina è sottratta alla lottizzazione regionale per venire decisa nei palazzi del governo.

Venerdì 7 Settembre a Firenze chi lotta per la casa scenderà in strada per difendere le occupazioni abitative che negli ultimi anni rifugiati e sfrattati si sono conquistati nel capoluogo Toscano. Abbiamo sentito Lorenzo compagno del “Movimento di lotta per la casa” di Firenze [audio:https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/09/lorenzo.mp3|titles=lorenzo] Scarica audio Se seguito il comunicato: “Ci risiamo, immancabile come […]

All’incontro tra Monti e Hollande i governi di Italia e Francia si presentano compatti e annuisco ai reciproci spot “anti-stress” per i mercati preoccupati per la crisi che immobilizza l’Europa economica. Monti rilancia la sua ricetta, investire sul cemento e nelle grandi opere. All’affermazione del presidente del consiglio italiano “la tav si farà” il collega […]

Si arresta per il momento la lotta a 400 metri di profondità degli operai minatori della Carbosulcis nell’iglesiente sardo. Per il momento gli scioperanti fingono di credere alle dichiarazioni del ministro Cini che ha promesso investimenti e riconversioni tecnologiche che apporterebbero migliorie dal punto di vista dell’impatto ambientale (stoccaggio sotterraneo della CO2) e della competitività dell’energia […]

L’accusa di fascismo rivolta a chi si pone alla propria sinistra é una malattia antica della sinistra italiana. L’analisi storica di Pietro Nenni rispetto ai fatti del 1919 che scarica sulla sinistra radicale (o massimalista) la responsabilità dell’affermarsi del fascismo, è frutto di una visione politicista, che non tiene conto cioè che l’isolamento della sinistra […]

si è concluso il campeggio no tav a Marco di Rovereto nonostante i quattro giorni di pioggia che hanno impedito di fare alcune iniziative, il bilancio è positivo per la partecipazione e per la volontà espressa di opporsi ai lavori dell’Alta Velocità nelle assemblee con la presenza di realtà di altri territori è emerso ancora […]

Nell’ultima seduta del consiglio comunale prima della pausa estiva il sindaco Fassino ha annunciato un ulteriore buco di 56 milioni di euro nel bilancio del Comune di Torino, città che come è noto è gravata da un debito plurimiliardario dai tempi delle Olimpiadi 2006. Questo apre la prospettiva di nuovi tagli a carico dei dipendenti […]

Con Aurelio di Radio Blackout un  primo report dal campeggio no tav che si tiene a Marco, frazione di Rovereto, dopo l’assemblea di apertura di ieri sera comitati no tav e abitanti di questa bellissima zona si propongono di bloccare il TAV Verona – Brennero (218 km di cui 80 in Trentino) all’assemblea di ieri […]


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