no tav

Pagina:16

C’erano tutti: il vicecapo della polizia, Nicola Izzo, il macellaio che nel marzo 2011 represse il movimento no-global napoletano con botte e torture, il presidente della Provincia Saitta, il sottosegretario all’Interno Carlo De Stefano e procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli, passando per il vice comandante nazionale dei carabinieri.
Al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza ha preso parte un discreto pool di esperti della repressione. Sul tappeto, ancora una volta, il disciplinamento forzato del movimento No Tav, sempre refrattario ad ogni tentativo di normalizzazione. Non è bastata la carota, non è bastato oltre un anno di occupazione militare, controlli, arresti, fogli di via per piegare un movimento, che è ormai divenuto punto di riferimento per l’opposizione in ogni dove d’Italia.
Dal vertice è scaturita la decisione di inviare altri 200 uomini in divisa per sorvegliare le recinzioni in Clarea. Come sempre l’apparato propagandistico che sostiene le operazioni repressive parla di estremisti, di anarchici, di antagonisti, ignorando la realtà: il movimento di opposizione al Tav ha maturato una crescente radicalità, sulle barricate della Libera Repubblica come nella lunga resistenza alla violenza dell’occupazione militare.
Dopo un’estate resistente, si prepara un autunno caldo a Chiomonte, dove la scorsa settimana gli uomini della CMC, la Cooperativa Muratori e Cementieri di Ravenna, hanno fatto capolino al cantiere/fortezza in vista dell’avvio dei lavori. I No Tav si preparano alla resistenza.

Domenica 16 settembre, ultimo giorno di campeggio a Chiomonte, alle 14,30 ci sarà un’assemblea popolare del movimento No Tav.

Il 2 ottobre riprenderà il processo contro i No Tav accusati di aver impedito un sondaggio a Susa nel gennaio del 2010.

Ne abbiamo parlato con Alberto Perino.

Ieri in occasione della presentazione dell’opuscolo “Storia di un alpigiano ribelle” al campeggio No Tav di Chiomonte è stato possibile ascoltare questo contributo audio registrato durante un colloquio telefonico con Marco. Un saluto carico di positività dall’indomito Marco Camenish, prigioniero in Svizzera marco ita Scarica file

Continua il campeggio No Tav a Chiomonte e continua la resistenza valsusina e non solo; nonostante la militarizzazione del territorio ancora appuntamenti ed iniziative a sorpresa ad opera dei tanti campeggiatori No Tav. Tra le ultime iniziative la resistenza ai fermi continui a cui gli attivisti vengono sottoposti; l’invito è a chiunque venga fermato nei […]

La sentenza emessa dal tribunale di Torino nei confronti di due No Tav, accusate di resistenza e lesioni per la partecipazione ad una serata di lotta alle reti di Clarea, sebbene si sia conlcusa con la condanna per resistenza di Marianna, rappresenta tuttavia un colpo per le tesi accusatorie delle Procura torinese, che aveva sostenuto con forza la tesi del concorso morale di tutti i partecipanti alle iniziative, indipendentemente dalle azioni individuali.
Per la Procura bastava trovarsi alle reti ed avere strumenti necessari a tutelare la propria salute per essere responsabili persino dello scivolone di un carabiniere!
Per il PM avere con se oggetti il cui possesso è “astrattamente legale” come maschere antigas, guanti e occhiali dimostrava l’intenzione di commettere reati.
Sia Nina che Marianna sono state assolte dal reato di lesioni, mentre Marianna grazie alla testimonianza di ub carabiniere che confonde il nero con il bluette dei sui pantaloni, è stata condannata a 8 mesi.
Una sentenza che potrebbe avere un importante riflesso per l’altro processo ai No Tav, per i quali è cominciata il 6 luglio l’udienza preliminare.

Ne abbiamo parlato con Gianluca Vitale, avvocato del pool No Tav

Il 6 luglio comincia il processo a 46 No Tav accusati di aver partecipato alla resistenza allo sgombero della Libera Repubblica della Maddalena il 27 giugno 2011 e all’assedio al fortino del 3 luglio. Tre di loro sono ancora in carcere dal 26 gennaio, quando scattò l’operazione della Procura torinese.
Il giudice dell’udienza preliminare deciderà del rinvio a giudizio e sulle imputazioni proposte dal GIP.
L’intera operazione, al di là, delle singole imputazioni, ruota sul “concorso”. Secondo la Procura, chiunque si trovasse in una delle zone dove sono avvenuti scontri – alla centrale, sul piazzale della Maddalena o alle vasche – è responsabile di quanto è accaduto, perché la sua stessa presenza in quei luoghi dimostrerebbe l’intenzione di commettere reati.
Una sorta di concorso morale collettivo.
Il 6 luglio alla sbarra va quindi un intero movimento.

Ne abbiamo parlato con Claudio Novaro, che difende numerosi No Tav.

Martedì 3 luglio al campeggio di Chiomonte si svolgerà un’assemblea cui, oltre Novaro, parteciperà l’avvocato Losco, che difende alcuni No Tav milanesi.

Qualche centinaio di No Tav ha fatto la propria passeggiata lungo il sentiero No Tav che corre parallelo alla strada dell’Avanà occupata e chiusa da reti e cancelli sin dal 27 giugno dello scorso anno, quando venne sgomberata con la forza la Libera Repubblica della Maddalena.
In Clarea i No Tav hanno circondato le reti e ne hanno tagliato qualche metro, facendo sentire la propria rumorosa presenza. La polizia ha usato idranti e lacrimogeni.
Dopo due ore sullo stesso sentiero solcato in quest’anno da migliaia di passi, i No Tav sono tornati alla Centrale, dove un centinaio di persone batteva il guardrail e il cancello. In tanti irridevano i poliziotti dietro alla rete in alto sulla strada, che scrutavano preoccupati il bosco, nonostante gli scudi, i caschi, l’illuminazione da carcere speciale.

Ascolta il resoconto e il bilancio di Lorenzo

Con una procedura d’urgenza parte ai primi di luglio il processo contro i 46 attivisti No Tav colpiti il 26 gennaio scorso da diversi provvedimenti restrittivitra cui ben 25 misure cautelari in carcere; inizio luglio per l’udienza preliminare.Per evitare la scadenza dei termini per la custodia cautelare il tribunale ha dunque fissato l’udienza preliminare per […]

Sabato 26 maggio 3000 persone hanno marciato per le vie di Arquata Scrivia, in provincia di Alessandria, per dire no alla linea Tav del “Terzo Valico”. Ne parliamo con Toni del Comitato Popolare Certosa di Genova:   [audio:https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/05/terzo-Valico.mp3|titles=terzo Valico] Scarica l’audio della diretta

Alla luce dell’esito di oggi del riesame del tribunale di Torino relativo gli arresti del 26 gennaio 2012 nei confronti di compagn* No Tav, dei 6 compagni che ancora subivano la custodia cautelare in carcere, 2 da oggi sono posti agli arresti domiciliari; si allentano anche le misure restrittive nei confronti dei compagni ai domiciliari […]

Di seguito il comunicato del Coordinamento NO TAV Trentino Invitiamo a scendere in piazza con noi, per difendere il nostro territorio dalla devastazione irreversibile che causerà il TAV del Brennero se non facciamo sentire la nostra voce e fermiamo questa scellerata e insostenibile idea di progresso. Sono decenni che assistiamo a un processo costante di […]

Nei suoi venti anni di storia, la lotta contro il TAV in Val di Susa è cresciuta e si è rafforzata arrivando a mettere in discussione il modello capitalistico di progresso, sostenuto dai vari governi che si sono avvicendati; è perciò riuscita a comunicare e ad unire oltre le proprie specificità e il proprio territorio, […]

Intervista ad Alberto Perino prendendo le mosse da un’affollata assemblea No Tav a Settimo Torinese. Nonostante due camionette di carabinieri, due blindati, un paio di macchine dei vigili e la consueta manciata di digos la partecipazione popolare è stata ampia, libera, vivace. Tante le famiglie con bambini. Segno inequivocabile che si aprono sempre nuove falle nel muro della propaganda criminalizzante nei confronti del movimento No Tav.
L’intervista si è poi dipanata sulle imponenti misure repressive che la magistratura e il governo stanno costruendo sul movimento No Tav.
Si va dalla proposta di legge in discussione in commissione giustizia della Camera che prevede pene da uno a cinque anni per i blocchi stradali e ferroviari, all’arresto di un No Tav milanese per aver attaccato un adesivo ad un bancomat, ai nuovi avvisi di garanzia che stanno arrivando contro chi ha accupato l’autostrada per 14 ore l’8 dicembre scorso.
Il governo vuole disciplinare il movimento No Tav, perché è consapevole che la posta in gioco è ben più alta della bella torta del Tav, perchè sanno che la capacità di autogestione delle lotte, sta gettando le basi per forme di autogoverno popolare irriducibile ai giochi della delega e della rappresentanza.


Radio Blackout 105.25

One station against the nation

Current track
TITLE
ARTIST