transizione

Lo scorso 15 febbraio 2024 JP Morgan e State Street hanno entrambi abbandonato l’alleanza a sostegno della transizione “green” Climate Action 100+. Si tratta di due tra i più famsi fondi finanziari, a cui si aggiunge BlackRock, la quale sta limitando la sua partecipazione, limitandola all’adesione alla sua branca internazionale. La scelta di lasciare la […]

Ai microfoni di Radio Blackout abbiamo sentito una compagna che fa parte di “Sei trans?”, un gruppo informale di persone trans^, non binarie e alleat*. Molt* di loro hanno intrapreso o stanno per intraprendere un percorso di transizione in Piemonte. Lunedì ci sarà un presidio davanti alle Molinette a Torino per dare visibilità ai mille […]

Il consiglio militare del Sudan ha annunciato l’intenzione di riprendere i colloqui con i leader della protesta, dopo la sospensione legata alle barricate di Khartoum, per appianare le divergenze e portare il paese verso le elezioni. Le due parti si sono scontrate in merito all’autorità transitoria che governerà il paese dopo il rovesciamento militare del […]

Questa sera appuntamento dalle 20,30 presso Radio Blackout per una serata in solidarietà con i prigonieri anarchici e in difesa della terra. Saranno presenti Billy, Costa e Silvia, che stamattina hanno un’udienza di fronte al gup del tribunale di Torino; la procura chiede per loro il rinvio a giudizio per terrorismo (!) per il tentato […]

po la morte di Kim Jong Il, il suo terzogenito Kim Jong Un dovrebbe prendere il suo posto, ma la transizione non appare semplice.

Chi era Kim Jong Il?
Diventa delfino del padre, Kim Il Sung, con un lungo processo di successione, durato circa quindici anni: un passaggio di consegne preparato facendo piazza pulita di tutti gli ostacoli alla sua scalata al potere. Kim Il Sung muore nel 1994, dopo un “regno” di trentadue anni.
Quando il potere passa a Kim Jong Il nel 1994, la situazione politica è sostanzialmente stabile, mentre quella economica e sociale è invece molto grave, tant’è che nel 1995 scoppia una carestia che inaugura in un certo senso il nuovo “regno”. Per la prima volta dall’inizio della nuova dinastia, si hanno notizie di sommosse e proteste per la fame.

Nel frattempo c’è anche la prima crisi nucleare, che viene ricomposta ancora dal vecchio Kim e da Jimmy Carter, con accordi informali ma precisi che verranno poi rispettati dalla presidenza Clinton.
Kim Jong Il non riesce però a gestire l’emergenza economica. La sua preoccupazione principale diventa allora quella di consolidare il potere della propria famiglia all’interno, tenendo alta l’allerta internazionale. Questa strategia, che dura anche negli anni delle due amministrazioni Bush, punta paradossalmente a garantirsi proprio l’appoggio degli Stati Uniti, attraverso una pace bilaterale sulla testa di Seul. Con l’arrivo di Obama, il “Caro Leader” capisce che questa strategia non ha funzionato.
All’attivo di Kim Jong Il non c’è molto, se non il successo nel mantenersi al potere e nel conservare intatte le strutture fondamentali dello Stato nordcoreano, progettato dal padre.

La nuova successione è un processo dalle molte incognite. Fondamentale sarà il ruolo delle forze armate. L’erede è giovane, il processo di successione è incompleto, perché Kim Jong Un è stato nominato delfino solo un anno fa. È un personaggio di cui si sa poco, perfino l’età anagrafica è controversa: 27 o 28 anni? Si sa solo che ha studiato in Svizzera.

La Corea è uno dei paesi meno “illuminati” del mondo, sia in senso materiale che politico. Dal satellite la Corea del Nord appare come una macchia scura nella marea di luce dei paesi vicini. Un paese dove il controllo è durissimo e capillare, dove “il caro leader” è amato per legge.

Ne abbiamo parlato con Stefano Capello, studioso delle dinamiche geopoliche del vicino e lontano oriente.


Radio Blackout 105.25

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