Spagna. Elezioni e movimento popolare

Scritto dasu 24 Novembre 2011

La scorsa settimana si sono svolte le elezioni in Spagna, vinte dai popolari guidati da Mariano Rajoy. Più che una vittoria dei popolari è stata una sconfitta dei socialisti, che in molte regioni, comprese quelle tradizionalmente di sinistra come la Catalogna e l’Andalusia, sono stati battuti.
I voti in libera uscita solo in piccola parte sono confluiti nel paniere dei popolari, che governeranno con ampia maggioranza solo grazie ad una legge elettorale di tipo maggioritario. In Catalogna e nelle zone basche, sono diventati primo partito due formazioni regionaliste, una moderata in Catalogna ed una radicale nel paese basco.
In netta crescita l’astensionismo, cui fa da contrappunto un movimento sociale vivace, che sempre più attua forme di democrazia diretta ed azione politica e sociale anti istituzionale.
In Catalogna il movimento di “Los Indignados”, detto anche M15 dalla data di inizio delle prime accampate, ha compiuto azioni molto radicali.
Le prime assemblee si sono subito diffuse nei quartieri, dove sono partite iniziative come l’occupazione di abitazioni sfitte per i senza casa.
A Barcellona in giugno Los Indignados hanno circondato ed assediato per ore il palazzo della Generalitad, il governo regionale catalano, rendendo complesso l’accesso all’edificio nel giorno che andava ai voti la proposta di tagli alla spesa sociale.

Ne abbiamo parlato con Claudio Venza,  che insegna storia della Spagna contemporanea a Trieste, ma trascorre parte dell’anno a Barcellona, dove lo abbiamo intervistato.

 


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