azione diretta

A Trieste, nel popolare quartiere San Giacomo, c’è un’ex osteria, uno degli edifici più vecchi del rione, risale al 1870 ed è anche segnalato nel catalogo dei beni di pregio della città. Nella parte interna c’è un grande giardino con un campo da basket coperto. Il giardino è stato ristrutturato con soldi pubblici nel 2014. […]

Da tre settimane il presidio permanente dei Mulini di Clarea è sotto assedio poliziesco. La pressione militare, nonostante Telt abbia dichiarato di aver terminato i lavori di allargamento previsti per l’estate, non si allenta. Le iniziative e le azioni di lotta si susseguono a ritmo quotidiano. Lo scorso fine settimana a Chiomonte c’è stato un […]

Sempre in sciopero fino al ritiro della riforma: dopo la grande manifestazione di sabato, si è aperta un’altra settimana di mobilitazione in Francia, che culminerà sabato 18 con una chiamata a scendere in strada massicciamente in strada a Parigi. La riforma delle pensioni verrà infatti presentata al consiglio dei ministri il 24 gennaio. Contestualmente, dall’Aveyron, […]

Sono stati tutti condannati per direttissima dal Tribunale di Bolzano per resistenza a pubblico ufficiale, i sei anarchici arrestati durante gli scontri al Brennero durante la manifestazione contro le frontiere di sabato scorso. Condannati a un anno e due mesi Stefano e Cristian. Un anno e 4 mesi per Sabrina, Luca ed Emanja. Un anno […]

  E’ il 7 giugno del 1914, festa dello Statuto Albertino. Lo Stato italiano celebra se stesso con una parata militare nel centro di Ancona. Anarchici e repubblicani rispondono con un corteo antimilitarista. La polizia attacca uccidendo tre manifestanti. E’ la scintilla di una rivolta che dilagherà nel resto delle Marche, in Romagna e in […]

  Il 5 gennaio un gruppo di compagni ha dato l’assalto a sedi di concessionarie di vetture e al Ministero dei trasporti nel Distrito Federal messicano. Un’azione che si è svolta senza che i passanti, numerosi ale 22 di un giorno prefestivo, potessero subire danni di lacun tipo; veloci e efficienti hanno attraversato una gorssa […]

L’arresto di Gianluca Iacovacci e Adriano Antonacci, che avrebbero operato sabotaggi nella zona dei Castelli Romani, offre lo spunto per alcune riflessioni sulla repressione, e la sua spettacolarizzazione, in particolare sulla sproporzione tra atti contro la proprietà e altisonanza dei reati contestati, ma dai 13 atti contestati risalta anche una visione del mondo e una […]

Giovedì 12 luglio sono state consegnate al governo 75.000 firme contro gli F35, i cacciabombardieri di nuova generazione che verranno assembleati nello stabilimento di Cameri, la cui costruzione è ormai avanzatissima.

Ne abbiamo parlato con Domenico Argirò del movimento contro gli F35, di cui riportiamo sotto ujn breve commento:

Certo settantacinquemila firme (comprese la mia e quelle di molti altri compagni ed amici) presentate dalle associazioni pacifiste perbene non sono poche: un bel numero di cittadini che si pronuncia contro gli F-35 e contro l’eccesso di spesa per la difesa. Non sono pochi. Ne sarebbero bastati un decimo per rendere indimenticabile la manifestazione di fine marzo contro la fabbrica di F-35 che stanno costruendo a Cameri: la manifestazione “fantasma” che si è svolta il 24 marzo e che ha portato qualche centinaio di persone addosso alle reti che proteggono l’aeroporto militare all’interno del quale Lockheed ed Alenia stanno appunto allestendo la loro bella fabbrica di morte. Quello era un giorno cruciale: dopo poche ore si sarebbero votate diverse mozioni parlamentari riguardanti proprio gli F-35. Ma quel giorno, evidentemente, i pacifisti perbene avevano altro da fare: cosa che è capitata loro spesso nei sei anni di mobilitazione contro gli F-35 nel territorio novarese. Oppure: mettere una firmetta su un foglio va bene, ma impegnarsi in prima persona è più difficile. E certo è difficile far nascere e consolidare in Italia un vero e proprio movimento antimilitarista di massa. Qui a Novara e dintorni si continua nel tentativo di mobilitare le persone (quelle vere, non i manichini messi in piazza da sindacati di stato o associazionismo istituzionalizzato). Qui si continua a dar fastidio. Qui si continua ad essere convinti che la libertà e la dignità bisogna conquistarsele con fatica e non per mezzo di graziose petizioni al principe.”

La scorsa settimana si sono svolte le elezioni in Spagna, vinte dai popolari guidati da Mariano Rajoy. Più che una vittoria dei popolari è stata una sconfitta dei socialisti, che in molte regioni, comprese quelle tradizionalmente di sinistra come la Catalogna e l’Andalusia, sono stati battuti.
I voti in libera uscita solo in piccola parte sono confluiti nel paniere dei popolari, che governeranno con ampia maggioranza solo grazie ad una legge elettorale di tipo maggioritario. In Catalogna e nelle zone basche, sono diventati primo partito due formazioni regionaliste, una moderata in Catalogna ed una radicale nel paese basco.
In netta crescita l’astensionismo, cui fa da contrappunto un movimento sociale vivace, che sempre più attua forme di democrazia diretta ed azione politica e sociale anti istituzionale.
In Catalogna il movimento di “Los Indignados”, detto anche M15 dalla data di inizio delle prime accampate, ha compiuto azioni molto radicali.
Le prime assemblee si sono subito diffuse nei quartieri, dove sono partite iniziative come l’occupazione di abitazioni sfitte per i senza casa.
A Barcellona Los Indignados hanno circondato il palazzo della Generalitad, il governo regionale catalano, rendendo complesso l’accesso all’edificio nel giorno che andava ai voti la proposta di tagli alla spesa sociale.

Ne abbiamo parlato con Claudio Venza, che insegna storia della Spagna contemporanea a Trieste, ma trascorre parte dell’anno a Barcellona, dove lo abbiamo intervistato.


Radio Blackout 105.25

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