Ilva, con ritardo le cifre ufficiali sulla salute dei Tarantini

Scritto dasu 23 Ottobre 2012

L’allarme per i morti di Taranto è rimasto per decenni inascoltato, ma il rischio per la produzione dell’acciaio ha prodotto repentinamente l’attenzione del governo. E’ il duro giudizio espresso dalla commissione ecomafie, che evidenzia nella sua relazione come il governo sull’Ilva abbia avuto “un vero risveglio'” quando, per il sequestro degli impianti,è stato possibile che “si creasse un problema a livello di produttività e di competitività”. Il giorno dopo la diffusione dei dati shock su tumori e tassi di mortalità è ancora polemica, con il ministro Clini che realizza improvvisamente che  “l’aumento di malattie e tumori indicato nel rapporto ‘Sentieri’ possa essere legato anche alla catena alimentare”. Sconcertante. Appaiono chiare le responsabilità di chi in questi anni avrebbe dovuto vigilare sulla salute dei lavoratori ma ha significativamente guardato altrove: politica, istituzioni cittadine e nazionali, sindacati. I mass media poi sono bravissimi quando si tratta di attaccare con foga una produzione dismessa (almeno in Italia) come l’Ethernit, plaudendo alla magistratura, ma si mostrano molto timidi quando si tratta di mettere in discussione la produzione “ai tempi dalla crisi”. Così la dirigenza dell’Ilva (il cav. Riva in primis) tra connivenze a vari livelli e paura dei lavoratori di perdere quel po’ di sicurezza sudata, può ancora permettersi di mostrarsi evasiva e addirittura minimizzare i morti che ha sulla coscienza. Intanto a Taranto qualcosa forse cambia. La cittadinanza non è spaccata in due come i media mainstream ci hanno ripetuto ostinatamente. I Tarantini sanno che di Ilva si muore, molti però hanno paura di quello che li aspetterebbe se l’Ilva chiudesse all’improvviso. Non vogliono continuare ad avvelenarsi pregiudicando il futuro dei propri figli, ma vogliono anche per questi ultimi qualche straccio di garanzia, avanzando richieste di nazionalizzazione o un programma di dismissione, bonifiche e risarcimenti che li lasci tranquilli. Lottare perché i padroni paghino danni e conseguenze, questo potremmo dire per riassumere. Un programma minimo, forse, ma anche una sfida di grande sostanza. Abbiamo raggiunto a Taranto Francesco Rizza operaio e sindacalista di base.

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