Crollano le borse: si teme un “martedì nero”

Scritto dasu 4 Febbraio 2014

afp_11540810_54140È lunedì nero per le borse di mezzo mondo: botto pesante a Wall Street, dove l’indice Dow Jones perde 326 punti e scende ai minimi da tre mesi (Dow -2,06% e Nasdaq -2,61%). Segno, pare di un rallentamento nell’attività industriale americana. Ma contano anche le incertezze sulla salute delle banche europee e l’interminabile discesa agli inferi delle valute emergenti. Questa la triplice combinazione che ieri ha affondato le Borse di tutto il mondo. E i segnali, per il martedì, non sono certo migliori: Tokyo chiude con un inquietante -4,18 per cento.

L’elemento scatenante, la vera novità degli ultimi mesi, resta comunque la battuta d’arresto dei paesi cosiddetti emergenti, sui cui tassi si è retta la speranza per una ripresa/uscita dalla crisi in corso dal 2009. E’ invece su quel fronte, più che in America o in Europa, che le incognite e i pericoli si stanno accumulando. Ancora non è chiaro quanto sia profonda la crisi, e dove si possa fermare il contagio. Un conto sarebbe l’ennesimo default argentino, o un tracollo di Thailandia e Ucraina, ben altro sarebbe un vero stop alla crescita cinese.

 Un commento sul comportamento delle borse con l’economista Andrea Fumagalli, secondo il quale, all’origine dei comportamenti delle borse asiatiche c’è anche le scelte aggressive di politica valutaria portate avanti dagli Stati Uniti.

fumagalli_crack_borse

Con Andrea siamo anche ritornati sul senso dell’operazione Imu-Bankitalia della scorsa settimana

fumagalli_Imu_bankitalia

Sull’argomento rimandiamo anche ad un suo contributo su Effimera: Quella (s)porca operazione Bankitalia

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