Fare e disfare il genere: violenza simbolica e fisica contro corpi e soggetti

Scritto dasu 16 Marzo 2015

Che cos’è il “genere”? Nel 2015, è ancora necessario parlarne e discuterne? Si tratta forse un’ideologia? Di una costruzione sociale, culturale e politica che ha storicamente forzato i corpi all’interno di categorie inserite in un ordine gerarchico, costringendo le pratiche individuali e collettive all’interno di un set già dato di possibilità? In che modo la questione del genere si lega alla questione della subalternità?

E ancora, la cosiddetta “Teoria del gender” non è forse una definizione assai confusa e poco informata, funzionale principalmente a solleticare bassi istinti sessisti e razzisti (oltre che nazionalisti)? Oppure si tratta di una pericolosa perversione, nascosta qua e là all’interno dei programmi scolastici, avente per obiettivo la distruzione delle identità sessuali di bambini e bambine, intesi come entità discrete, opposte e biologicamente distinte?

Sembra davvero che il genere rappresenti molte cose allo stesso tempo e che nella sua orbita cresca intenzionalmente un enorme spazio di confusione e manipolazione, utile ad oscurare l’esistenza su questo tema di un dibattito – almeno quarantennale, sebbene  invisibilizzato nello spazio pubblico – di ben altra profondità e complessità. I percorsi politici ed analitici relativi alle questioni di genere hanno infatti apportato negli ultimi decenni molti elementi di critica radicale ai saperi costituiti, stimolando la decostruzione di un ordine egemonico capitalista patriarcale che si vorrebbe rappresentare come monolitico ed immutabile.

Negli ultimi anni, la Chiesa cattolica ha scelto di strumentalizzare questi discorsi, costringendoli dentro ad un fantasioso pacchetto teorico etichettato attraverso la locuzione “Teoria del gender”, da utilizzare come strumento per spingere genitori sull’orlo della paranoia e sentinelle in piedi a fomentare allarmismo sociale e boicottare qualunque proposta didattica ed informativa volta a superare l’attuale sistema binario asimmetrico e gerarchico. Tornare a parlare di genere e comprendere questa categoria all’interno di un lavoro profondo e complesso di ricerca antropologica, storica, politica e sociale appare dunque, oggi, fondamentale. Tenendo ben presente che attacchi simbolici e manipolazioni “teoriche” intorno a questo concetto riguardano direttamente la vita ed i conflitti vissuti dalle persone nel quotidiano, dove l’articolazione tra sessualità, potere e violenza viene costantemente invisibilizzata.

Ascolta il l’interessante contributo di Liliana Ellena, ricercatrice indipendente:

liliana

 


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