Bruxelles: città blindata e guerra ai migranti

Scritto dasu 23 Novembre 2015

Le notizie dei media italiani ed europei raccontano una Bruxelles invasa da polizia, esercito e reparti speciali a caccia di altri terroristi, legati agli attacchi di Parigi, in cinque diverse zone della città. Nella sera di domenica e nel corso della notte appena trascorsa ci sono stati 19 arresti. Il centro di Bruxelles è deserto, i locali e negozi, se aperti, restano vuoti, la metropolitana è chiusa, lo stesso per scuole, musei e altri spazi pubblici. Una grande operazione di militarizzazione di buona parte della città – apparentemente “necessaria” per la sicurezza nazionale secondo le autorità belghe – nella settimana che segue agli attentati di venerdì scorso a Parigi, ma allo stesso una enorme operazione mediatica, trasmessa in “diretta tv”, che assume i toni di una prova generale per far intendere alla popolazione cosa significhi vivere in uno stato di eccezione permanente o “etat d’urgence”, come appena dichiarato in Francia e che durerà almeno tre mesi.

Gli arresti avvenuti nella notte non hanno individuato nessun particolare “sospetto” e non hanno portato a nessun ritrovamento. Nel corso delle perquisizioni non sono stati rinvenuti né armi né materiali esplosivi. Della situazione a Bruxelles e in altre località del Belgio abbiamo parlato questa mattina con Luca, un compagno che da tempo vive nella capitale belga e che ci ha descritto una città sotto assedio e in cui si inizia apertamente a vedere secondo quali direttrici si muoverà la guerra alle banlieue, ai migranti e la proliferazione di confini interni ed esterni all’Unione Europea.

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luca_bruxelles


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