Scontri alla Jungle di Calais

Scritto dasu 1 Marzo 2016

E’ cominciato ieri lo sgombero della “Jungle” di Calais. La più grande baraccopoli di Francia, dove stazionano dai tre ai cinquemila uomini e donne diretti in Gran Bretagna.

Imponente lo schieramento di polizia messo in campo dal governo francese, nonostante il quale nel pomeriggio di ieri le truppe hanno dovuto battere in ritirata dopo gli scontri tra forze dell’ordine, attivisti no-border e migranti.
Durante la notte la polizia in tenuta antisommossa ha sparato gas lacrimogeni contro i migranti che lanciavano sassi contro le squadre di demolitori.
Il Prefetto punta il dito sui centocinquanta attivisti No Border, che lottano a fianco dei migranti contro la demolizione delle baracche.
La polizia sta provando
a spostare i migranti in container di situati in un’altra zona della Giungla, ma molti rifiutano, temendo di venire costretti a chiedere asilo in Francia ed a rinunciare a stabilirsi nel Regno Unito.
Alcuni richiedenti asilo, che avevano presentato domanda nel nostro paese, pare siano stati già respinti oltre la frontiera italiana.
Diversi autobus hanno portato alcuni gruppi di sgomberati verso centri di accoglienza di fortuna, allestiti in varie città e paesi francesi.
Nessuno dubita che, appena le acque si saranno calmate, proveranno nuovamente a muoversi verso la costa normanna.

Da questa mattina molti migranti e solidali resistono sui tetti delle baracche. Un uomo e una donna incinta iraniani sono stati tirati giù a forza dal tetto di una baracca, malmenati e portati via in diretta.
La pioggia battente e il freddo intenso rendono ancora più violenta un’operazione di polizia, su cui conta Hollande per recuperare consensi nel Pas De Calais, dove Marine Le Pen ha preso il 45% dei voti.
In queste settimane gruppi di fascisti hanno provato a raggiungere la Jungle ma sono stati respinti.

Ne abbiamo parlato con Francesca, attivista No Border, che si trova alla Jungle.

Ascolta la diretta:

2016-03-01-francesca-jungle

 

 


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