Scuola. Lotta contro i comitati di valutazione

Scritto dasu 29 Marzo 2016

La legge 107, la cosiddetta “buona scuola” prevede, tra le altre cose, anche la costituzione del Comitato di valutazione dei docenti.

Questi comitati serviranno a elargire soldi agli insegnanti che li “guadagneranno”, adeguandosi ai criteri di merito definiti dal ministero. I docenti che si adegueranno alla “buona scuola” saranno sicuramente tra i destinatari del premio. Gli altri probabilmente no.
A scuola si moltiplicano i tagli ma si trovano risorse per incentivare all’obbedienza. In numerose scuole sta crescendo la lotta contro i Comitati di valutazione, che in alcuni casi non sono stati nominati.

Ne abbiamo parlato con Patrizia Nesti, insegnante, sindacalista di base ed RSU del liceo scientifico Enriques di Livorno, dove è stata bloccata la costituzione del comitato di valutazione.

Ascolta la diretta:

2016-03-29-patrizia-scuola

Di seguito una scheda sui comitati di valutazione redatta dalle RSU dell’Enriques.

Di cosa si tratta
Si tratta di un organismo finalizzato a premiare il merito. Non il lavoro svolto in termini di tempo e di attività concrete e verificabili, ma il merito, che sarà riconosciuto ad una ristretta cerchia di docenti. Un apposito fondo, che non è il Fondo di Istituto, provvederà a questa retribuzione accessoria.

Il Comitato dovrà essere costituto da: Il Dirigente Scolastico, un esperto esterno (un altro Dirigente Scolastico), due docenti scelti dal Collegio, un docente, un genitore e uno studente scelti dal Consiglio d’Istituto.

Non sussiste alcun obbligo per il docente di far parte del Comitato di Valutazione.
Trattandosi di carica elettiva, che presuppone la disponibilità individuale e non l’obbligo,la partecipazione al Comitato di Valutazione non prevede alcun compenso

Il Comitato di valutazione individua i criteri per il riconoscimento del merito. I nominativi dei destinatari del premio saranno poi individuati dal D.S.

Dopo tre anni gli uffici scolastici regionali invieranno al MIUR una relazione sui criteri adottati dalle varie scuole per premiare il merito e il MIUR, in base a quanto pervenuto dalle scuole, emanerà dei criteri nazionali.

Nella fase finale dell’anno la componente docenti del Comitato di valutazione, insieme ai tutor, procede alla valutazione dell’anno di prova per i neoassunti.

Motivi di opposizione
Attorno a questa “novità” è cresciuta una forte opposizione, dovuta ad osservazioni molto semplici

1) E’ evidente la mancanza di investimenti nel settore scuola: il Fondo di Istituto viene nuovamente abbattuto in questo anno, non consentendo l’effettiva retribuzione delle attività progettuali e di commissione ne’ l’attivazione delle ore di sportello necessarie per sostenere i bisogni degli studenti. I docenti precari vengono lasciati quattro mesi senza stipendio, non si chiamano supplenze per il personale ATA. Il tutto in un quadro di contratto nazionale che non viene rinnovato da quasi 10 anni e di blocco della progressione di carriera.
Da una parte si taglia, non riconoscendo quanto dovuto, dall’altra si trovano soldi per istituire premi di merito.
Da una parte, tramite RAV, PdM, PTOF, si vorrebbe sottoporre a verifica oggettiva tutta l’attività, misurarla e tabularla, dall’altra si vuole valutare il merito secondo criteri che non possono essere oggettivi (lo stesso MIUR fa riferimento a criteri quali la qualità dell’insegnamento, lo spirito di collaborazione etc.: sono forse criteri verificabili oggettivamente?)

2) Il Comitato di valutazione ha una composizione eterogenea che include studenti genitori e colleghi. Le questioni di carattere retributivo (in questo caso si tratta di retribuzione accessoria) attengono alla relazione lavoratore – datore di lavoro, con il concorso della parte sindacale, e non includono  soggetti diversi quali l’utenza o colleghi di pari funzione. La legge 107 introduce una deriva pericolosa che agisce sulla retribuzione discrezionalmente, fuori dal contratto di lavoro e con il concorso di soggetti esterni alla relazione di lavoro. Per questo motivo la questione, di dubbia legittimità, è allo studio degli uffici legali  di varie organizzazioni sindacali.

3) Entro un triennio il MIUR emanerà i criteri nazionali di accesso al premio per merito. Quella che viene richiesta alle scuole è quindi una sorta di sperimentazione. Non si ritiene di dover avallare la manovra facendo da battistrada ad una operazione che mina la collegialità della scuola pubblica, alimentando una competizione che contrasta con la pratica della cooperazione e della collegialità

4) il Comitato di valutazione introduce un dispositivo che condiziona l’attività didattica – inducendola all’adattamento a criteri prestabiliti da un organismo eterogeneo che non è il Collegio docenti – riducendo di fatto l’autonomia di programmazione didattica sia del Collegio docenti che dei singoli Consigli di classe, incrinando il principio fondamentale della libertà della scienza e delle arti e del loro insegnamento previsto dalla Costituzione.


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