Ancora danneggiamenti e rivolte nel Cie di Torino

Scritto dasu 1 Aprile 2016

Ieri sera i ragazzi rinchiusi nell’area blu dentro il Cie di corso Brunelleschi a Torino hanno dato fuoco alle stanze. L’area blu era l’unica ad essere ancora totalmente funzionante e vi erano detenute circa una trentina di persone.
Provvisoriamente i reclusi dell’area blu sono stati rinchiusi nella sala mensa dell’area, attualmente nel Cie di Torino sono recluse una sessantina di persone, un terzo della capienza massima; ed è probabile che dopo quest’ultima rivolta questi numeri siano destinati a diminuire. Conseguenza immediata è il blocco delle deportazioni nel Cie stesso.

All’interno del Cie da qualche tempo il clima che si respira pare essere piuttosto repressivo. L’utilizzo del cosiddetto ospedaletto come isolamento punitivo per tutti coloro che non stanno calmi è fatto ormai quotidiano; novità da segnalare è invece il ritiro dei telefoni cellulari per chi in isolamento ci finisce, togliendo di fatto la possibilità di comunicare con le altre aree e con fuori.

Giro di vite anche intorno a chi fuori dalle mura del Cie ci è sempre andato per non lasciare solo chi si ribella. Pattuglie che girano a tutte le ore rendono difficili i saluti estemporanei che spesso si traducono in fermi di qualche compagno. Settimana scorsa in due momenti diversi sono stati fermati sotto le mura del Cie alcuni compagni che erano andati a fare un saluto: tre di questi, uno spagnolo e due francesi, non sono stati rilasciati come gli altri ma sono invece stati espulsi.

Degli incendi di ieri e della situazione dentro e fuori abbiamo parlato con una compagna cogliendo l’occasione per rilanciare il presidio di domenica prossima 10 aprile sotto le mura di corso Brunelleschi.

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