Libia: l’Onu preme ma la legittimità del nuovo governo è relativa

Scritto dasu 6 Aprile 2016

La scorsa settimana Fayez Al Sarray, in rappresentanza del governo libico di unità nazionale designato dall’Onu e dai diversi summit tenutisi negli ultimi mesi fuori dalla Libia, è sbarcato a Tripoli per sancire l’inizio di un nuovo corso. Ad aspettarlo lo scoppiettio di mitraglie in alcuni quartieri periferici della capitale. Ma si tratta in realtà di un residuo 15% delle forze politiche della capitale che non accetta la nuova “legalità internazionale”. Da Tobruk, il generale Haftar mantiene un basso profilo mentre le Nazioni Unite premono per la legittimazione del nuovo governo voluto dall’alto, forzando i passaggi. Il Consiglio di Stato sorto da questa “mediazione” internazionale ha tenuto ieri la sua prima seduta nella capitale. Oggi è arrivato a Tripoli l’inviato Onu per la Libia, Martin Kobler, per incontrare il premier designato.

Sempre nella giornata di oggi, per legittimare il nuovo corso, si è inoltre sciolto il governo islamista di Tripoli. L’annuncio, voluto a tutti i costi dall’Onu con una dichiarazione scritta, non schiarisce una realtà che sul terreno nasconde ancora molte insidie. L’obiettivo sarebbe lasciare spazio al nuovo esecutivo di unità nazionale della Libia guidato da Fayez al Sarraj, ancora asserragliato nella base navale di Abu Sittah, e prevenire lo scoppio di nuove violenze.

Ne abbiamo parlato con Nancy Porsia, giornalista freelance di stanza a Tripoli

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