10 mesi dopo cosa rimane delle zone terremotate

Scritto dasu 21 Giugno 2017

Il 24 Giugno saranno 10 mesi dalla prima scossa che ha distrutto parte del territorio in centro Italia e poche cose sono cambiate. Le istituzioni avevano promesso. Il governo Renzi prima, il governo Gentiloni poi, i governatori regionali. Tutti. Hanno fatto credere agli abitanti dei 131 comuni che “presto” sarebbero tornati a una vita, tutto sommato, accettabile. Che “presto” sarebbe finita. Dieci mesi dopo, invece, non è nemmeno cominciata: le macerie sono a terra, di casette ne sono arrivate pochissime, la ricostruzione è un miraggio. Intanto le Brigate di Solidarietà Attiva hanno rilanciato la campagna per la raccolta di fondi (che si può trovare sul sito http://brigatesolidarietaattiva.net). In alcune zone, sopratutto nella zona di Amatrice, non ci sono ancora negozi aperti: non esiste cioè, se non a grandi distanze, un luogo dove fare la spesa. Inutile dire che la viabilità è ancora un grosso grosso problema, tra strade dissestate e macerie che stanno per compiere il primo anno di vita, ancora in gran parte abbandonate. Oltre a questo, se per qualcuno l’emergenza piano piano cessa, per altri invece non cessa mai: parliamo di coloro che hanno perso il lavoro a causa del terremoto, ma anche di coloro che, già prima delle molteplici scosse, vivevano in dissesto economico.
Una difficoltà che il terremoto ha solo, ulteriormente, ampliato.
Ne abbiamo parlato con Davide delle Brigate di Solidarietà Attiva:

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