Paris vaut bien une manifestation sauvage

Scritto dasu 5 Maggio 2018

Periodo di impegnative manifestazioni per la Francia resa furente dalle prassi da boiaro dell’inquilino dell’Eliseo, che all’estero vuole passare per il presidente dell’Europa e in casa per quello che ha imposto le riforme pretese dai poteri forti e che ricalcano le devastazioni operate già in Italia. Perciò a un anno esatto dall’elezione di Macron, ferrovieri, studenti, pensionati (a ci vengono decurtati gli assegni come contributo solidale allo stato) e pubblico impiego, tutti colpiti dalle proposte di legge dell’esecutivo di Philippe e quindi in piazza, in sciopero, bloccando trasporti, università, burocrazia (che in Francia è imponente tradizione bonapartista).

Così, nel cinquantennale del Maggio ’68, un nuovo maggio con prassi un po’ diverse e rivendicazioni con meno speranza e più rabbia di quelli di allora attraversa i quai e le strade parigine; dopo il bel 1er Mai, forse inatteso in queste proporzioni (e con quella forma strategica, analizzata anche in questa corrispondenza), si succedono con cadenza periodica le manifestazioni programmate per contrastare l’azione reazionaria del governo, che per gli cheminots – i primi e più colpiti dalla restaurazione governativa – si protrarranno almeno fino a luglio. Ma anche se previste non è detto che siano pilotate da bonzi sindacali o da strutture di partito… anzi si dipanano in maniera selvaggia e condotte dalla base.

Gabrio ci ha fornito uno spaccato su questi ultimi appuntamenti, a cominciare dal corteo indetto dai liceali (finalmente attivi anche loro con picchetti, che erano stati molto fotografati durante la lotta alla Loi Travail) giovedì 3 maggio, pieni di spirito (come si legge dal geniale cartello dell’immagine qui riprodotta che recita “L’apertura di spirito non è una frattura del cranio”) e corredati anche da gustosi siparietti tra Tour Eiffel e scorta Crs nel sottosuolo di Lutecia riportati dalla corrispondenza di Gabrio:

maggio francese 2018

 


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