Grecia: strategia della tensione contro migranti e ribelli

Scritto dasu 5 Dicembre 2019

Lo Stato greco ha dato agli spazi occupati un ultimatum per abbandonare le occupazioni entro la mezzanotte di oggi, 5 dicembre, pena lo sgombero manu militari. Fin dal mese di agosto il partito della destra conservatrice Nea Dimokratia (ND), che ha preso il potere alle elezioni di luglio, ha continuato ed intensificato un’ondata di sgomberi e sfratti già intrapresa da Syriza contro immigrati auto-organizzati ed anarchici, in particolare nel quartiere di Exarchia, con la promessa di “portare ordine” per ottenere facile consenso elettorale e distogliere l’attenzione dalle riforme lacrime e sangue che si prospettano all’orizzonte, in particolare nell’ambito della salute e dell’istruzione pubblica.

Se la settimana prima del 17 novembre, anniversario della rivolta del Politecnico di Atene avvenuta nel 1973, lo Stato aveva dato chiari segnali della volontà di costruire una strategia della tensione – con l’irruzione dei corpi speciali antisommossa nell’Università di Atene -, la scelta del 5 dicembre come data in cui far cadere l’ultimatum appare emblematica. Il 6 dicembre, infatti, cade l’anniversario dell’assassinio del giovane anarchico Alexis Grigoropoulos, ucciso dalla polizia nel quartiere di Exarchia nel 2008.

Ascolta la diretta con un compagno che in questi giorni si trova ad Atene:

 


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