Milano. La sanità allo stremo

Scritto dasu 10 Novembre 2020

Negli ospedali lombardi la situazione è in sensibile peggioramento ormai da diversi giorni. Molti lavoratori e lavoratrici, che in primavera avevano accettato volentieri di spostarsi nei reparti covid, oggi non sono più disponibili a presentarsi volontari.
Sono trascorsi otto mesi dal primo dilagare dell’epidemia: in questi mesi non sono state prese le misure necessarie ad affrontare questa nuova ondata di infezioni. Nulla è stato fatto sul piano della prevenzione, del rafforzamento della medicina di territorio. Oggi ci sono le mascherine e ma stanno scarseggiando i guanti in lattice usati negli ospedali.
Non ci sono state nuove assunzioni. I concorsi fatti nel settore pubblico hanno innescato un esodo di lavoratori-lavoratrici dal settore privato e, in particolare dalle RSA. Chi lavora in queste strutture guadagna di meno e rischia di più.
A poco servono più respiratori se mancano i medici e altro personale specializzato.
Sinora non sono state sospese le visite e altri esami specialistici, ma in diversi ospedali i dirigenti hanno comunque sospeso gli interventi “rinviabili”. In compenso non sono stati riattivati gli Hub di cardiochirurgia e neurochirurgia, che in primavera avevano tamponato le chiusure dei reparti ospedalieri. Intanto le liste di attesa si prolungano. Va da se che per tanti malati aumentano i rischi di peggioramento di patologie non covid.
L’assistenza domiciliare non è stata attivata, i medici di base non hanno ricevuto i protocolli necessari a curare i pazienti ai domiciliari. Difficile intervenire tempestivamente se chi lavora sul territorio non è messo in condizione di farlo. Una delle cause di morte per coronavirus è la formazione di microtrombi, la cui insorgenza potrebbe essere evitata se viene individuato per tempo il sintomo.
A Milano il numero dei medici di base si è assottigliato: molti sono andati in pensione, molti sono morti e non sono mai stati sostituiti. In città molti non riescono più ad accogliere nuovi pazienti perché hanno oltrepassato il limite del 1500.
Lavoratori considerati idonei alla alla loro mansione, non possono essere trasferiti in reparti Covid, perché soffrono di patologie, che rendono impossibile l’uso delle protezioni per lungo tempo.

Ne abbiamo parlato con Margherita, Rsu-Rsl al San Raffaele di Milano

Ascolta la diretta:

2020 11 10 margherita san raffaele


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