Vaccini e brevetti. Il grande business di Big Pharma

Scritto dasu 16 Marzo 2021

In questi giorni le cronache sono attraversate dalla vicenda del vaccino di Astra-Zeneca, che dopo numerosi morti, è stato temporaneamente sospeso da diversi paesi europei, tra cui l’Italia.
La fretta nella sperimentazione, la sin troppo rapida messa in commercio dei vaccini anti covid 19, è senza dubbio all’origine del moltiplicarsi delle reazioni allergiche anche gravissime di questi mesi.
L’urgenza di rimettere in moto l’intera macchina della produzione e del consumo ha messo in secondo piano la cautela necessaria ad ogni ricerca che riguardi la salute delle persone.
Se a ciò si aggiunge il fatto che le Big Pharma, i colossi del settore farmaceutico, non condividono i risultati delle ricerche e possiedono in esclusiva la proprietà intellettuale grazie al sistema dei brevetti, abbiamo un quadro in cui, nonostante le centinaia di migliaia di morti, il profitto viene anteposto alla salute.

I contratti tra i governi e le Big Pharma sono stati secretati: è lecito il sospetto che sia stata garantita l’impunità ai responsabili delle aziende coinvolte. Le aziende non pagheranno nulla per i morti di vaccino.
La situazione su scala mondiale è abbastanza chiara: chi paga di più riceve più vaccini, chi paga di meno resta in coda. Per questo motivo Gran Bretagna ed Israele hanno potuto vaccinare molto di più di paesi come l’Italia o la Spagna. La distanza con i paesi più poveri dell’Africa e dell’Asia è siderale: solo i ricchi di questi paesi sono stati vaccinati, per gli altri l’accesso al vaccino è precluso.
La proposta di India e Sudafrica di liberalizzare i vaccini è stata bocciata dai paesi più ricchi.

Ne abbiamo parlato con Visconte Grisi, medico milanese

Ascolta la diretta:


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