La favola del nucleare pulito e delle centrali di ultima generazione

Scritto dasu 21 Marzo 2023

Ansaldo Energia sta rilanciando l’opzione nucleare, partecipando attivamente alla costruzione di nuovi reattori all’estero. Il governo italiano ha sostenuto quello francese nello spingere perché Unione Europea inserisse il nucleare tra le fonti rinnovabili e “green”: un segnale inequivocabile della volontà di rilanciare l’energia nucleare. Se il ministro Gilberto Pichetto Frantin è stato prudente, la viceministra Vannia Gava e il vice presidente del consiglio Matteo Salvini si sono sbilanciati esplicitamente. Salvini ha dichiarato che “investire sul nucleare pulito e sicuro di ultima generazione è un dovere sociale, economico e ambientale”
Si profila all’orizzonte la possibilità che venga rimessa in discussione la scelta di chiudere le centrali atomiche sancita dai referendum del 1987 e del 2011. La partita si gioca con la propaganda sulle centrali di nuova generazione, “nuove”, “pulite” e “sicure”.
In realtà le centrali di nuova generazione non sono né nuove né migliori. La sperimentazione sulle centrali a fusione anziché a fissione dimostra che sono altrettanto pericolose e, per ora, incapaci di produrre più energia di quanta ne assorbano.
In ogni caso resta il problema delle scorie.
Nonostante i 36 anni trascorsi dal primo referendum il nostro paese non è ancora riuscito a liberarsi dell’eredità dell’avventura nucleare italiana. Le scorie continuano ad essere una questione irrisolta ed in buona parte irrisolvibile in maniera sicura. Basterebbe questo a mettere il freno a qualsiasi tentazione di ritorno all’atomo.
La crisi climatica potrebbe precipitare nel giro di pochi anni se non si cambia la rotta. La questione non è tuttavia scientifica o tecnica, ma squisitamente politica. I governi vorrebbero che tutto cambi, purché tutto resti come prima. Nessun limite alla crescita infinita, nessun limite all’idea che le nostre vite migliorerebbero se si continuerà a produrre e far circolare un sempre maggiore quantitativo di merci.
Il ritorno al nucleare, energia non rinnovabile, basata su un combustibile a barre prodotto in pochi paesi, con un minerale che si esaurirà presto, e che contribuisce al riscaldamento globale tanto quanto le fonti fossili, è solo un altro, pericolosissimo business.
Per capirne di più ne abbiamo parlato con Angelo Tartaglia, professore emerito del Politecnico di Torino ed autore, tra gli altri, di un agile libretto “Spaccare l’atomo in quattro. Contro la favola del nucleare”.

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