In Pakistan ENI forza la crisi

Scritto dasu 7 Maggio 2023

Un’inchiesta di ReCommon e SourceMaterial ha svelato il ruolo di ENI nella crisi in corso in Pakistan. ENI agisce nel paese dal 2017, quando si è aggiudicata una commessa a lungo termine per fornire gas liquefatto allo stato pakistano fino al 2032. Questo accordo è stato accolto con entusiasmo in Pakistan, da sempre vessato da problemi energetici, ma dall’autunno del 2021 in poi ENI ha iniziato a saltare delle forniture, mancando ben otto forniture delle venti previste. Questa mancanza di gas si è trasformata nell’ennesima piaga per la popolazione pakistana, oltre alle temperature inverosimilmente alte e l’alluvione dell’autunno 2022, costretta quindi ad utilizzare generatori per sopperire alla mancanza di energia elettrica. Questa situazione precaria provoca frequenti blackout e ha bloccato varie industrie tessili, lasciando senza lavoro migliaia di persone.

In Pakistan la crisi energetica sta già impattando milioni di persone e potrebbe avere conseguenze ancora più profonde, ora che il governo locale sembra intenzionato a fare ritorno al carbone per supplire alla carenza di gas. ENI afferma continuamente di voler contribuire alla sicurezza energetica, ma il vero obiettivo della multinazionale italiana è mettere al sicuro i propri profitti, anche se a discapito di intere popolazioni.

Queste le parole di Alessandro Runci di ReCommon, a cui abbiamo chiesto di descriverci l’inchiesta:

 

L’inchiesta pubblicata su Bloomberg (in inglese):

Italian Oil Giant Earned $550 Million Reneging on Pakistan LNG, Nonprofit Says

La descrizione dell’inchiesta pubblicata su ReCommon (in italiano):

Blackout: il ruolo di ENI nella crisi del Pakistan

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