Sempre più precario. Il lavoro al tempo di Meloni

Scritto dasu 3 Maggio 2023

Meloni, cui non manca un certo talento per le scenografie, ha scelto il Primo Maggio per l’emanazione del decreto lavoro del governo.
L’unico dato positivo è il taglio del cuneo fiscale per i redditi medio bassi, ma è un mero bonus visto che la misura è stata disposta per soli sei mesi. Un contentino per un parte dell’elettorato di riferimento di FdI. Questa misura si finanzia con le risorse sottratte al reddito di cittadinanza, che viene sostanzialmente abolito.
Questo decreto aumenta ulteriormente la precarietà lavorativa.
Di fatto si ritorna al Job Act.
Viene incrementata la soglia di utilizzo dei voucher da 10.000 a 15.000 euro, viene accresciuto il fringe benefit, il welfare aziendale, ai dipendenti con figli, secondo la logica familista dei fascisti al governo.
Il limite di età per il contratto di apprendistato nei settori turistico e termale viene innalzato da 29 a 40 anni: va da se che si tratta di un trucco per pagare poco e non assumere con contratti di lungo periodo lavoratori esperti.
Il governo garantisce un risarcimento alle famiglie se un figlio muore durante l’alternanza scuola-lavoro: nessun ripensamento su una misura che ha già fatto diverse vittime, ma un po’ di soldi per mettere a tacere le voci scomode di parenti indignati.
Dulcis in fundo: il cambio delle regole per i contratti a termine che ne consente un impiego ancora maggiore di quello previsto sinora.
Di fatto basta una contrattazione aziendale per stabilire la necessità di raddoppio da 12 a 24 mesi dei contratti temporanei: lavoratori e lavoratrici possono scegliere tra accettare il raddoppio o venire licenziati.
Per capirne di più ne abbiamo parlato con Renato Strumia

Ascolta la diretta:


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