Le pagelle di S&P e il gioco delle tre carte
Scritto dainfosu 11 Luglio 2013
Standard & Poor’s, la più importante agenzia di rating ha declassato l’Italia a BBB da BBB+, con una previsione negativa sui prossimi mesi.
Le agenzie di rating esprimono giudizi sull’affidabilità di un’azienda o di un intero paese. Se il giudizio è negativo il primo rischio è che le previsioni dell’agenzia si verifichino proprio in virtù del verdetto emesso. Gli investimenti in buoni del tesoro italiani potrebbero ridursi, obbligando il governo ad alzare i tassi e quindi ad aumentare il debito.
Negli ultimi anni la credibilità delle grandi agenzie statunitensi si è sensibilmente ridotta dopo i fallimenti di grandi istituti bancari premiati sino a poco prima con una tripla A. Il fatto, non noto a tutti, è che controllori e controllati sono spesso figli della stessa madre. I grandi gruppi che possiedono alcune grandi banche spesso hanno nel loro carnet quote significative delle agenzie.
S&P ritiene che il credito alle imprese costi troppo e che la sospensione dell’IMU e il mancato incremento di un punto dell’IVA rappresentino un segnale di debolezza per la tenuta dei conti pubblici. Forse un segnale all’Italia rispetto alle misure populiste con le quali Silvio Berlusconi ha limitato i danni nella scorsa tornata elettorale.
Secondo S&P «l’economia italiana si contrarrà quest’anno dell’1,9%». Si stima anche che il Pil pro capite per 2013 sarà pari a 25 mila euro, “al di sotto dei livelli del 2007”.
Ne abbiamo parlato con Francesco, un economista che ci ha aiutato a districarci nella giungla semantica della finanza.
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2013 07 10 fricche BBB S&P