imu

Lo slittamento della Tasi ci sarà solo per i comuni che non sceglieranno l’aliquota entro il 23 maggio. Lo ha deciso il ministero dell’Economia dopo l’incontro con l’Anci di ieri. Ad avanzare l’ipotesi del doppio regime, ossia far riscuotere l’imposta a giugno a quei Comuni, circa il 10%, che hanno già deliberato le aliquote, e […]

Reazioni irritate di Napolitano e Letta alle dichiarazioni del commissario agli affari economici dell’UE Olli Rehn, che ieri ha sostenuto che l’Italia non starebbe rispettando gli obiettivi di riduzione del debito fissati dall’UE. Napolitano nega ma nei fatti rilancia sostenendo che oggi occorre privilegiare la crescita e la ripresa dei consumi. Letta gli fa eco, […]

Il governo Letta ha chiuso la lunga trattativa sull’IMU e l’IVA. Cancellata la prima rata della tassa sulla prima casa, sospesa – non abolita – la seconda, il governo si è inventato la “service tax”, nome inglese per coprire l’effetto negativo del termine “tassa”. Se la tassa sulla prima casa colpiva i proprietari, la service […]

Standard & Poor’s, la più importante agenzia di rating ha declassato l’Italia a BBB da BBB+, con una previsione negativa sui prossimi mesi. Le agenzie di rating esprimono giudizi sull’affidabilità di un’azienda o di un intero paese. Se il giudizio è negativo il primo rischio è che le previsioni dell’agenzia si verifichino proprio in virtù […]

Vi ricordate dell’impegno del governo italiano a far pagare l’IMU alla chiesa cattolica? Impegno preso, obtorto collo, dopo la condanna dell’UE per il mancato pagamento della vecchia ICI?
Non se ne fa niente: il governo dei “tecnici” non ha trovato in sette mesi il tempo per stabilire quali immobili siano soggetti a tassazione, quindi, per quest’anno difficilmente la chiesa pagherà. Se il decreto dovesse arrivare all’ultimo momento la chiesa avrebbe buon gioco a presentare ricorso. Poi si vedrà: a pagare c’é sempre tempo.
La legge approvata dal Parlamento nell’inverno scorso non è utilizzabile, perché manca l’atto amministrativo del Tesoro che stabilisca effettivamente quando l’attività “dichiarata” non profit di chiese, partiti e fondazioni è da considerarsi esclusivamente non commerciale e quanto debba essere versato al fisco. Non un dettaglio secondario: senza il decreto del ministro Grilli la nuova Ici è una pistola caricata a salve, o meglio, a salmi.

Nulla di cui stupirsi: tra gli infiniti tagli imposti dal governo Monti in questi mesi non un euro è stato tagliato alla chiesa cattolica, la cui influenza sul potere politico è stata di recente confermata dalla decisione del governo di presentare ricorso contro la condanna della Corte Europea della norma della legge 40 sulla fecondazione assistita, che proibisce la diagnosi preimpianto degli embrioni.

Ne abbiamo parlato con Francesco che ha evidenziato i meccanismi di una vera truffa di Stato.

L’amministrazione comunale torinese ha deciso che nel capoluogo subalpino la tassa sulla prima casa sarà del 5,7 per mille, sulla seconda del 10,6 per mille.
Una delle più alte d’Italia. Il sindaco dichiara di augurarsi che la legge cambi, ma nel frattempo chiede lacrime e sangue, perché l’IMU “è la nostra sola risorsa”. Naturalmente Fassino si guarda bene dal citare le decine di case vuote o sfitte, che restano chiuse mentre si moltiplicano gli sfratti.
Se all’IMU si aggiungono i rincari sulla Tarsu e l’aumento dell’aliquota Irpef il conto per i torinesi si alza ancora.

Ne abbiamo parlato con Renato Strumia della CUB.

La tassa sulla casa si potrà pagare anche in tre rate. Quanto pagheremo lo sapremo – forse – a fine anno. E’ certo però che l’IMU non è la vecchia ICI: per una casa anche modesta si pagheranno cifre intorno ai mille euro. Un mese di stipendio, o, per chi ce l’ha, la tredicesima.
I grandi costruttori invece non pagheranno neanche un soldo per gli immobili finiti ma vuoti.
Una delle novità più interessanti è la tassazione delle case all’estero. Una tassa difficile da esigere ma che potrebbe diventare un ulteriore balzello per gli immigrati, che nel loro paese di origine hanno una casa o la ereditano dai parenti.
Insomma una nuova tassa per i lavoratori immigrati, cui è negato l’accesso a tanti servizi importanti, ma, come mucche da mungere, devono piegarsi a sempre nuovi balzelli.

Ascolta l’intervista all’economista Francesco Carli

Secondo i calcoli fatti dall’assessorato ai Tributi, con le aliquote base, 4 per mille sulla prima casa e 7,6 per mille sulle seconde, il Comune dovrebbe incassare 256 milioni di euro, di cui circa 90 sulle abitazioni di residenza. Allo Stato andranno invece circa 160 milioni di euro. Il conto per i torinesi è di 416 milioni.

Quando a essere in vigore era la vecchia Ici, l’aliquota in vigore sotto la Mole era del 5,25 per mille. Quella prevista per il nuovo tributo è del 4 per mille, ma il decreto “Salva Italia” concede ai municipi di au­mentarla (o eventualmente diminuirla) di altri 2 millesimi. Per Torino, quindi, si potrebbe immaginare un’imposizione si­mile a quella della vecchia Ici. Ma a scom­binare le carte in tavola è appunto la rivalutazione degli estimi catastali. Pren­dendo ad esempio un alloggio popolare di due vani in un quartiere periferico, l’impo­nibile passerà dagli attuali 134.279 euro a 214.846 euro. E su questa verrà applicata l’aliquota maggiorata al 5,25 per mille. Se con la vecchia Ici si pagava infatti 601 euro al netto della detrazione di 103 euro, con l’Imu il contributo salirà fino a 1.128 euro, al quale si dovrà sottrarre una base di 200 euro e un’ulteriore detrazione di 50 euro per ogni figlio al di sotto dei 26 anni fino a un massimo di 600 euro. Nel caso di una coppia senza figlia si passerà comunque da 601 a 928 euro. Un aumento secco del 54 per cento.

Quella sualla casa è sempre più un’emergeza sociale. Tra nuove tasse, fitti alle stelle, mutui capestro sono sempre più quelli che perdono un tetto. Intanto a Torino, dopo le speculazioni di Spina Due e Spina tre potrebbe essere ai blocchi di partenza un nuovo blocco di cemento e affari tra lo scalo Vanchiglia e la Barriera di Milano.
Da molti anni invece non si fanno case popolari, poco fruttuose per la potente lobby del cemento e del tondino.

A Torino tuttavia sta crescendo la lotta per la casa, tra resistenza agli sfratti e occupazioni abitative.

Ascolta l’intervista a Renato Strumia, bancario, sindacalista ed esperto di questioni economich


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