Migranti. Rivolta a Gradisca, emergenza in Bosnia
Scritto dainfosu 29 Dicembre 2020
Il 25 dicembre due persone detenute al cpr di Gradisca hanno cercato di evadere. Il loro tentativo di fuga non è andato a buon fine: sono stati fermati e picchiati dalla polizia che li ha riportati nella prigione per migranti.
Altri detenuti, che si erano messi a gridare di non picchiarli, sono stati zittiti con la forza dalla polizia.
A Gradisca, nonostante continue perquisizioni e intimidazioni, i cellulari non vengono tolti ai reclusi come invece avviene da tempo nel CPR di Torino.
Le notizie che filtrano da dentro descrivono una situazione di forte disagio per il freddo, il sovraffollamento, le coperte insufficienti e lacere, per la mancanza di abiti adatti alla stagione. Non ci sono vestiti di ricambio, per cui, dopo la doccia i prigionieri devono indossare nuovamente la roba sporca.
Notizie terribili arrivano dalla frontiera bosniaca, dove sono ammassate migliaia di persone, che dopo l’incendio e la chiusura dell’unica miserabile tendopoli messa a disposizione dall’OIM, non hanno un riparo e vagano nei boschi a temperature molto fredde.
La popolazione locale presidia una vecchia caserma per impedire che venga assegnata ai migranti.
La maggior parte delle persone che si trovano al confine tra la Bosnia e la Croazia è stata più volte respinta nel terribile gioco dell’oca che segna la rotta balcanica. Chi arriva in Friuli Venezia Giulia ed è intercettato dalla polizia italiana viene consegnato a quella slovena che, a sua volta, lo passa alle forze dell’ordine croate. Testimonianze dirette, foto, video ci raccontano le botte, le torture, i respingimenti, i morsi dei cani inflitti ai migranti prima di essere respinti in Bosnia, senza scarpe, soldi, abiti, cellulari.
Ne abbiamo parlato con Raffaele dell’assemblea No CPR No Frontiere del Friuli Venezia Giulia
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