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Il C.S.O.A. Gabrio compie il suo 18esimo compleanno in un periodo in cui torna prepotentemente in agenda la questione della presenza di amianto nella struttura di via Revello, perchè lo scorso giugno il Comune di Torino ha votato una voce nel bilancio che prevede una spesa di 500.000 euro per la bonifica dello spazio implicandone […]
Si è svolto sabato il corteo nazionale No Muos a Niscemi. Tra le quattro e le cinquemila persone hanno sfilato in corteo per far risuonare la propria ostilità alla costruzione delle antenne del MUOS, il “Mobile User Objective System” contro cui da anni il movimento esprime il proprio dissenso. L’elevata partecipazione arrivata da più parti della […]
Sabato 6 ottobre, al termine di tre giornate di accoglienza e di un lungo corteo nelle vie del centro di Napoli, una folla festante e commossa ha salutato la partenza del veliero Estelle alla volta della Striscia di Gaza Non c’è stato il paventato blocco da parte del governo italiano su pressione di Israele Con […]
In concomitanza con il presidio solidale e anticarcerario sotto il carcere di Cuneo, apprendiamo che Maurizio Ferrari, arrestato il 26 gennaio scorso in seguito all’operazione repressiva contro la resistenza No Tav, è stato trasferito presso la prigione di Ferrara. Come prima risposta a questa subdola manovra viene confermato, con ancora più rabbia, il presidio davanti […]
Contro crisi e austerità, riprendiamoci scuole e città! Con queste parole d’ordine migliaia di studenti sono scesi in piazza da nord a sud per dare un segnale forte di inizio anno. Studenti e studentesse dei licei e degli istituti tecnici, si sono riversati per le strade delle diverse metropoli per manifestare il proprio dissenso rivolto […]
Domenica 7 ottobre di fronte al check point militare che serra un una morsa strada dell’Avanà a Chiomonte andrà in scena il monologo teatrale “Il racconto del fiume rubato”. La storia della lotta che la gente della Val Bormida ha condotto per quattro generazioni contro la fabbrica di vernici – ma durante la guerra faceva esplosivi – che avvelenava il fiume e uccideva le persone.
Negli anni novanta, dopo durissimi scontri – anche con gli operai che tra salute e lavoro sceglievano il lavoro, la fabbrica è stata chiusa.
È stata una lotta popolare, corale, fatta di marce, presidi durati mesi, cortei con cariche e feriti gravi nel corteo, perché l’Acna di Cengio, pur essendo sul versante piemontese, amministrativamente è territorio ligure.
Una lotta per tanti aspetti simile a quella della Val Susa.
Chiomonte, la zona occupata, è la cornice ideale per un pezzo di teatro che gronda storia vissuta.
Qui sta nascendo un nuovo presidio, un presidio che continuerà a disturbare attivamente le truppe di occupazione e le ditte collaborazioniste.
L’appuntamento è per le quindici, dopo la polentata di rito.
Ascolta la breve testimonianza di Salvatore, che, a margine dell’intervista sul terzo valico, ha rievocato gli anni della lotta contro l’Acna
Dell’iniziativa e delle prospettive di lotta No Tav per il prossimo autunno abbiamo parlato con Luca Abbà
Dopo un’estate intensissima, tra presidi, blocco degli espropri, il movimento contro la linea ad alta velocità tra Genova è Tortona sta vivendo momenti cruciali. Pur non essendo riuscito a contrastare le prime trivellazioni e l’avvio dei lavori a Trasta, nei pressi di Genova, il movimento è cresciuto con nuovi comitati ed un allargamento del fronte No Tav alle zone dell’alessandrino dove verranno costruite le cave per lo smaltimento dello smarino prodotto dagli scavi per il Tav. Nella sola Alessandria saranno ben quattro.
Mercoledì 3 ottobre una fiaccolata di oltre ducento persone ha circondato il quartiere a Trasta: significativa la partecipazione dei bambini dei genitori e degli insegnanti della scuola elementare, prima destinata alla chiusura, oggi al soffocamento in mezzo all’area dei lavori.
Nei paesi, con la complicità di quasi tutti i sindaci il Cociv tra tentando di comperare l’assenso della gente più colpita dal Tav, ma sinora i risultati sono stati del tutto deludenti.
Sabato 6 ottobre il movimento popolare farà una marcia che ripercorrà quella del 2006 tra Serravalle ed Arquata. L’appuntamento è per le 15 in piazza a Serravalle.
Ne abbiamo parlato con Salvatore Corvaio del comitato di Alessandria.
Il 6 ottobre si svolgerà a Niscemi una manifestazione antimilitarista contro il Muos, un sistema di comunicazioni satellitari basato su onde ad altissima frequenza, che qunado entrerà in funzione diverrà il perno delle nuove guerre degli Stati Uniti.
Contro quest’ennesima installazione bellica in Sicilia, sempre più portaerei per le guerre di oggi e di domani, sta crescendo la lotta dei comitati di cittadini, che sempre più numerosi si battono contro il Muos. All’inizio di settembre un gruppo di attivisti ha provato a contrastare attivamente i lavori nella sughereta di Niscemi: 17 sono stati denunciati per quest’azione.
La manifestazione di sabato 6 ottobre dovrebbe costituire una sorta di prova del fuoco per un movimento popolare che sta crescendo. In contemporanea si svolgerà un corteo in Australia, dove è in costruzione una installazione simile.
Ne abbiamo parlato con Pippo Gurrieri, di cui riportiamo sotto un articolo uscito sul settimanale Umanità Nova.
La militarizzazione della Sicilia, dalla fine ufficiale della guerra fredda, non solo non è diminuita, ma ha interessato nuovi territori, adeguandosi alle più moderne strategie belliche statunitensi. Lo smantellamento della base missilistica costruita nell’area dell’ex aeroporto Magliocco di Comiso, alla fine degli anni ottanta, non fu il trionfo della pace sui venti di guerra, ma l’inizio di una nuova e più pericolosa fase in cui l’unica superpotenza rimasta ha rimodulato i suoi progetti di accaparramento violento delle risorse altrui (Iraq, Afganistan, ecc.), e di fronteggiamento della Cina, super potenza emergente, oggi probabilmente più forte dell’Amerika.
In questi piani le basi americane in Sicilia sono state rafforzate e hanno accolto truppe, mezzi e ruoli un tempo di altri siti del Centro e del Nord Europa.
Le nuove guerre che gli Stati Uniti si apprestano a combattere, sono altamente tecnologizzate e permettono di dispiegare armi sempre più efficaci e micidiali, il cui impiego rende l’armata americana quasi invincibile. Le guerre le faranno aerei senza pilota, missili a gettata intercontinentale, sistemi satellitari; provocheranno tanti morti in campo “nemico”, specie tra i civili, ma negli USA non rientreranno più militari dentro bare coperte dalla bandiera a stelle e strisce; il Pentagono annullerà così uno degli effetti negativi che ne hanno condizionato le politiche di aggressione; la guerra scomparirà dalla vista degli americani e sarà solo una “war game” per operatori di computer.
La costruzione della base MUOS (Mobile User Object System) di Niscemi, in provincia di Caltanissetta, a ridosso di Gela, rappresenta un tassello di queste scelte; sono quattro le basi MUOS nel pianeta: Australia, Hawaii, Virginia e Sicilia; le prime tre in aree desertiche, la quarta in Sicilia, a 2 km da una cittadina di 30 mila abitanti, e per di più all’interno di un sito di interesse comunitario: la Sughereta di Niscemi. Il MUOS, sistema di comunicazioni satellitari basato su onde ad altissima frequenza, è il perno delle nuove guerre americane; quando entrerà in funzione (attorno al 2015), tutte le forze armate USA di terra, di cielo, di mare e sottomarine, ovunque stanziate, potranno essere messe in allerta e in azione simultaneamente; dal MUOS dipenderà il funzionamento dei droni (gli aerei senza pilota) già sperimentati con “successo” durante la guerra di Libia, di cui la base di Sigonella è diventata la capitale mondiale. “Sciami” di droni dalla Sicilia partiranno per bombardare qualsiasi zona del Mondo. Sigonella e Niscemi, dunque, ma anche Trapani Birgi, sono il futuro teatro delle operazioni militari USA. Gli aeroporti civili di Trapani e Catania Fontanarossa già adesso subiscono blocchi improvvisi per gli atterraggi dei droni, che hanno priorità sui voli civili.
Il MUOS è quindi un tassello d’importanza mondiale nella strategia della nuova guerra americana; non può essere guardato come un problema dei niscemesi o al massimo dei siciliani. Sarà pericoloso sin da quando entrerà in funzione poiché le sue emissioni elettromagnetiche interferiranno con ogni tipo di apparecchiatura elettronica nel raggio d decine di km; inoltre il suo fascio di onde metterà fuori uso qualsiasi cosa incontri, tanto è vero che da Sigonella, dove inizialmente doveva essere installalto, è stato spostato a Niscemi, a 60 km circa: le apparecchiature della base e quelle degli stessi aerei militari avrebbero corso seri rischi. Tutt’intorno, per un raggio di 120 km, la vita delle persone ne sarà compromessa, in maniera particolare quella dei bambini e degli anziani: tumari al cervello, leucemie, glaucoma, distacchi della retina, malformazioni genetiche, problemi alla fertilità e alla libido, disturbi nervosi; l’ambiente ne sarà intaccato in maniera irreversibile. Tanto più che già l’attuale base americana NRTF (Naval Radio Transmitter Facility) per le comunicazioni radio con arei e satelliti e con i sommergibili a propulsione nucleare, costruita all’interno della Sughereta nel 1991, produce emissioni di onde ad altissima e a bassissima frequenza in quantità fortemente inquinanti, e i danni provocati alla salute dei niscemesi, che ne sono più esposti, sono ingenti, per quanto mescolati con quelli dell’inquinamento del vicino Petrolchimico di Gela e non adeguatamente monitorati.
Se è vero che la giunta di Fassino con un fascicolo di 300 pagine dal titolo ‘Relazione della performance del 2011’ si è data un ‘voto’ positivo nel rapporto tra gli obiettivi prefissati e i risultati effettivamente raggiunti. Se è vero che Fassino in prima persona dalle pagine de “la Stampa di Torino del 17 settembre […]
Movimenti sociali e istanze indipendentisti in Sardegna stanno dando vita ad una esperienza anomala, ma assolutamente interessante. E’ nata la consulta rivoluzionaria uno spazio di dibattito e connessioni, una forma organizzativa nuova, della quale fanno parte il movimento dei pastori sardi, i lavoratori in lotta di diverse fabbrich,e dall’alcoa ai minatori del sulcis, artigiani e […]
Caso Ilva: con Salvatore del “Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti” facciamo un dettagliato resoconto “dall’interno” delle giornate del 27 e 28 settembre a Taranto, con lo sciopero filo-Riva indetto da Fim e Uilm e la ben più numerosa mobilitazione popolare che si è avuta in concomitanza, su una piattaforma assai diversa in attesa […]
Ieri 30 settembre a Desio si è tenuta una manifestazione di gruppi e associazioni che si oppongono al progetto dell’autostrada Pedemontana, 87 chilometri a pagamento più 70 di viabilità ordinaria in un’area già fortemente infrastrutturata come quella delle province di Como, Milano, Monza e Bergamo. Il progetto è fortemente voluto da una lobby che fa […]