Parma

Egidio aveva 82 anni. É morto lo scorso 6 settembre. É stato trasportato in terapia intensiva quando ormai era allo stremo. Lo scorso 18 dicembre è stato rinchiuso in carcere nonostante l’età e il tumore ai polmoni. In carcere le sue condizioni sono peggiorate in fretta. In infermeria c’era una sola bombola ad ossigeno: i […]

Era il settembre del 2010. In piazza c’era la Festa delle Barricate, nella sede della RAF, la Rete Antifascista, una ragazza appena diciottenne viene ripetutamente violentata da più uomini. Lei è quasi priva di coscienza. É stata drogata. La mattina dopo si sveglia sola e nuda nella sede vuota. Si riveste, va in stazione, torna […]

Il prossimo 18 marzo i sindacati di Base contrari all’accordo sulla rappresentanza hanno indetto sciopero generale. Lo sciopero si articola intorno a questi punti: Contro tutte le guerre e contro le spese militari. Per le 30ore a parità di salario. Per il reddito garantito. Contro il Jobs Act e l’abolizione dell’articolo 18. Contro il Fiscal […]

Nel carcere di Parma sono rinchiusi oltre 600 prigionieri, la capienza regolamentare è di 350. Al suo interno vi sono, inoltre, una sezione per paraplegici, una sezione protetti, e una sezione di Alta Sicurezza articolata in AS1, AS3, 41bis. Oltre 50 detenuti sono in 41 bis, tra di essi il compagno Marco Mezzasalma, condannato a […]

La questione della casa è sempre più un’emergenza in tutta la penisola. Chi perde il lavoro spesso perde anche la casa, le case popolari sono poche e riservate a chi ha i requisiti giusti. Perderli è sin troppo facile, basta un nobile inghippo contro l’evasione fiscale per metterti fuori lista. Chi viene pescato a vendere per sbarcare il lunario viene escluso dalla possibilità di avere una casa popolare.
Le risorse pubbliche vengono indirizzate a grandi opere come Tav e grattacieli, che rendono bene sia a chi li fa sia agli sponsor politici. La cura per chi non si rassegna alla povertà e alla strada è la polizia. Ma c’è chi non ci sta e si organizza per resistere agli sfratti e per occupare qualcuno dei 50.000 alloggi sfitti, che tali resteranno perché il mattone serve come garanzia per banche e affari e non importa se è lasciato vuoto.
Dopo la lunga giornata di lotta di martedì anche oggi a Torino i picchetti antisfratto hanno ottenuto due lunghe proroghe (a dicembre e a febbraio), anche a Milano c’è stata resistenza, così come a Parma dove i tre picchetti antisfratto l’hanno spuntata ottenendo proroghe di qualche mese.

Della situazione torinese abbiamo parlato con Alessio Ariotto, uno degli avvocati di movimento che segue le cause per sfratto. Purtroppo la registrazione audio è in parte saltata, vi proponiamo pertanto solo un frammento della chiacchierata che abbiamo fatto.

Delle lotte a Parma ci ha parlato Katia Torri da uno dei tre picchetti antisfratto di questa mattina. Una lunga storia di lotta ed occupazioni (sette nell’ultimo anno) in una città dove gli sfratti sono quotidiani. Una storia iniziata con un gruppo di attivisti decisi e che oggi vede protagonisti gli stessi sfrattati, che partecipano attivamente alla difesa delle case e all’occupazione di quelle nuove per altri che, come già loro, hanno scelto di lottare e resistere.

Nella notte tra domenica e lunedì un manichino con le sembianze di Benito Mussolini è stato ritrovato nei pressi della sede di Casa Pound, il movimento di estrema destra autodefinitosi dei “fascisti del terzo millennio”.
La sagoma di cartone, a testa in giù, è stata posizionata su un cartello stradale di via Mascherpa. Sulla serranda della sede di Casa Pound, invece, sono stati affissi due striscioni, con le scritte ‘A Piazzale Loreto c’è ancora posto’ e ‘Cento di questi giorni’.
Benito Mussolini nacque il 29 luglio del 1883. Già qualche anno fa, in occasione del giorno della nascita, era stato appeso un manichino simile proprio di fronte alla sede di Casa Pound Parma.
L’iniziativa di alcuni anonimi antifascisti si inserisce nella lunga campagna per la chiusura della sede parmigiana di Casa Pound, divenuta più forte la fallita aggressione con pugni di ferro e coltelli contro compagni che si trovavano in un circolo della zona.

Ne abbiamo parlato con Massimiliano, un antifascista parmigiano attivo nelle lotte.

Sabato 30 giugno il movimento antifascista di Parma sfilerà per le vie del quartiere Montanara e della città, per chiedere la chiusura della sede fascista di Casapound.
Il concentramento del corteo è alle ore 17 al parco Montermini in via Ognibene.
Si tratta di un’ulteriore tappa di una battaglia che nasce nel 2008 – da parte del comitato di abitanti del quartiere – e accolta dall’intero movimento antifascista.
Casa Pound si è distinta per aver detto che i partigiani sono “vecchi bastardi” e, di recente per l’aggressione – con lame a bastoni – ad un gruppo di antifascisti riuniti al circolo Minerva il 12 maggio.

Scrive il Comitato Antifascista di Montanara nell’appello per la manifestazione:
“Dietro ai “liberi pensieri” e ad un ribellismo solo sbandierato, c’è solo classismo, revisionismo e razzismo. I “fascisti del Terzo Millennio” cercano di rendersi accattivanti attraverso la patina dell’associazionismo, ma in realtà sdoganano, “ammodernandole”, le idee del ventennio fascista, tentando di assicurarsi un posticino ai “piani alti”. E laddove trovano ostacoli nella loro propaganda, passano alle azioni più drastiche: accoltellamenti, spedizioni punitive e aggressioni.

La manovalanza e la violenza di Casapound e dei gruppi nazifascisti devono essere inquadrate nel contesto “storico” di questo Paese nel quale gli squadristi, dal primo dopo guerra ad oggi, hanno sempre operato: l’instaurazione di un clima di paura e terrore che serva ai loro finanziatori e referenti politici più alti in grado per poter mantenere lo status quo. Fascismo, infatti, non è solo nel rigurgito dei gruppetti di estrema destra, ma è nelle politiche che loro stessi appoggiano: nei provvedimenti razzisti, nei lager per immigrati, nelle carceri, negli istituti bancari, negli attacchi padronali ai lavoratori.
Il movimento di base ha preso in carico la battaglia antifascista, ben sapendo che le istituzioni, così come le forze dell’ordine, poco hanno fatto e dichiarano di poter fare, nonostante la nostra Costituzione sia antifascista. Come già accaduto nella nostra storia, i fascismi si possono e si devono sconfiggere. Per questo chiamiamo a raccolta la cittadinanza a manifestare contro il fascismo, perché la presenza di Casapound è incompatibile con Parma, città antifascista.”

Ascolta l’intervento di Massimiliano, un compagno di Parma

Sabato 19 novembre famiglie di immigrati senza casa occupano una palazzina vuota e abbandonata a Parma.

Con questa sono 10 le occupazioni abitative a Parma, dove la crisi morde, gli affitti sono alle stelle, le case popolari non bastano.

Ne abbiamo parlato con Emilia Arisi della rete “diritti in casa” di Parma.


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