sciopero

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Lunedì 21 maggio hanno scioperato le lavoratrici dei nidi comunali. 300 precarie verranno licenziate a giugno, a settembre 9 nidi saranno affidati cooperative.
Nel pomeriggio si sono dati appuntamento davanti al comune per un presidio.
La scelta di ridurre la spesa pubblica ai danni dei servizi che garantiscono una migliore qualità della vita la dice lunga sulla continuità della giunta Fassino con quelle che l’hanno preceduta. Si continua a puntare su grandi eventi e grandi opere a discapito di scuole, ospedali, trasporto pubblico.
I lavoratori della scuola e dei servizi sociali avevano manifestato già sabato davanti alla GAM, che ospitava un convegno del PD sulla scuola. Dopo una lunga trattativa – e qualche spinta con la polizia – ottengono di essere ricevuti dal sottosegretario all’istruzione.
Quando entrano per l’incontro scoprono che Rossi e Fassino se la sono svignata da una porta secondaria.
Ne abbiamo parlato con Stefano della Cub

Intervista con Ada, la compagna di Tobia,  impossibilitato dalle restrizioni a comunicare con noi e con chiunque altro a casusa delle restrizioni; per questo in protesta da ieri con questo scipero della fame, senza assistenza medica a causa delle stesse restrizioni.       [audio:https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/scioperodellafame_tobia_4marzo.mp3|titles=scioperodellafame_tobia_4marzo] Scarica il file

Mercoledì 25 gennaio. Continua lo sciopero degli autotrasportatori iniziato ieri con blocchi di tangenziali e autostrade. Dopo l’incontro con il prefetto i tir sono stati tolti dalle strade ma il popolo dei tir è deciso a incrociare le braccia sino a venerdì.
Il governo minaccia la linea dura, il ministro Cancellieri indica alle prefetture la via della repressione.
Se la situazione della viabilità pare migliorare, si moltiplicano invece le difficoltà per il commercio e le aziende: la Fiat chiude i battenti, generi alimentari cominciano a scarseggiare nei banchi di mercati e supermercati. Indice chiaro di quanto la nostra vita quotidiana dipenda da un meccanismo di circolazione delle merci che esclude la filiera corta, il consumo locale, la riduzione dei trasporti.
Gli autotrasportatori, categoria che si è ampliata a dismisura negli anni, grazie alle esternalizzazioni dei servizi operate dalle grandi aziende si battono contro il caro gasolio, ma, nei fatti la loro protesta è insieme più ampia e generica. È la protesta di chi non ce la fa più ad andare avanti, di chi non vede prospettive per il domani. Un sentire che sta crescendo un po’ ovunque.
Ascoltiamo la testimonianza di Luca, uno dei “padroncini”, che da ieri presidia all’autoporto di SITO:

Non si ferma la lotta degli operai delle cooperative che gestiscono la logistica alla Esselunga di Pioltello. Nonostante la dura repressione – ormai trenta lavoratori tra cui tutti i 24 delegati sindacali – sono stati licenziati continua giorno e notte il presidio davanti ai cancelli.
Domenica c’è stato un nuovo sciopero che è riuscito a bloccare completamente l’attività nei capannoni del polo logistico.
Avvisati per tempo dell’anticipazione alle ore 18 del normale turno di lavoro previsto per le 24, decine di operai di altre cooperative e di compagni si sono piazzati davanti ai cancelli fin dalle 16,30.
C’erano oltre 200 persone, comprese decine di operai chiamati in turno di lavoro che si fermavano davanti al picchetto senza intenzione di forzarlo per entrare al lavoro. I crumiri erano solo cinque.
Il capo del servizio di sicurezza dell’Esselunga, Cupillo, ex-consigliere dell’Italia dei Valori di Pioltello chiama la polizia che viene dirottata a Pioltello direttamente dallo stadio di S.Siro dove si stava per svolgere il derby.
Dopo due ore e mezza di fronteggiamento, assemblee comizi e capannelli, tutti gli operai del turno delle 18 decidono di andarsene a casa.
Il lavoro riprende solo dopo lo scioglimento del picchetto intorno alle 22,30

Ne abbiamo parlato con Maurizio Fratus che fa parte del gruppo di solidali che sostengono attivamente la lotta di Pioltello, che, ha sottolineato il ruolo della CGIL, che non ha speso una parola per i licenziati ma si propone come mediatrice di un conflitto che ha sempre disertato.

Oggi centinaia di siti hanno dato vita ad uno sciopero contro il Sopa, l’acronimo significa Stop Online Piracy Act e indica una legge che il congresso statunitense sta approvando.
Questa legge, qualora venisse approvata, permetterebbe ai titolari di copyright statunitensi di agire direttamente per impedire la diffusione di contenuti protetti.
La legge consentirebbe inoltre al Dipartimento di Giustizia statunitense e ai titolari di copyright di procedere legalmente contro i siti web accusati di diffondere o facilitare le infrazioni del diritto d’autore. A seconda del richiedente, le sanzioni potrebbero includere il divieto ai network pubblicitari o ai siti di gestione dei pagamenti d’intrattenere rapporti d’affari con il sito accusato delle infrazioni, il divieto ai motori di ricerca di mantenere attivi link verso il sito in questione e la richiesta agli Internet Service Provider di bloccare l’accesso al sito web.
La legge, qualora approvata, renderebbe lo streaming di contenuti vincolati da copyright un reato.

Ne abbiamo parlato con un mediattivista di Reggio Emilia, Lorenzo Coniglione:


Radio Blackout 105.25

One station against the nation

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