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Lunedì pomeriggio circa duecento tra genitori ed educatrici (di ruolo e non) hanno occupato l’asilo comunale di via Giulio a Torino per quattro ore. Come è noto la gestione didattica di nove nidi finirà nella pancia delle cooperative torinesi. I genitori sono da lunedì protagonisti di una lotta che li porta a difendere il futuro […]

Lunedì 21 maggio hanno scioperato le lavoratrici dei nidi comunali. 300 precarie verranno licenziate a giugno, a settembre 9 nidi saranno affidati cooperative.
Nel pomeriggio si sono dati appuntamento davanti al comune per un presidio.
La scelta di ridurre la spesa pubblica ai danni dei servizi che garantiscono una migliore qualità della vita la dice lunga sulla continuità della giunta Fassino con quelle che l’hanno preceduta. Si continua a puntare su grandi eventi e grandi opere a discapito di scuole, ospedali, trasporto pubblico.
I lavoratori della scuola e dei servizi sociali avevano manifestato già sabato davanti alla GAM, che ospitava un convegno del PD sulla scuola. Dopo una lunga trattativa – e qualche spinta con la polizia – ottengono di essere ricevuti dal sottosegretario all’istruzione.
Quando entrano per l’incontro scoprono che Rossi e Fassino se la sono svignata da una porta secondaria.
Ne abbiamo parlato con Stefano della Cub

Secondo i calcoli fatti dall’assessorato ai Tributi, con le aliquote base, 4 per mille sulla prima casa e 7,6 per mille sulle seconde, il Comune dovrebbe incassare 256 milioni di euro, di cui circa 90 sulle abitazioni di residenza. Allo Stato andranno invece circa 160 milioni di euro. Il conto per i torinesi è di 416 milioni.

Quando a essere in vigore era la vecchia Ici, l’aliquota in vigore sotto la Mole era del 5,25 per mille. Quella prevista per il nuovo tributo è del 4 per mille, ma il decreto “Salva Italia” concede ai municipi di au­mentarla (o eventualmente diminuirla) di altri 2 millesimi. Per Torino, quindi, si potrebbe immaginare un’imposizione si­mile a quella della vecchia Ici. Ma a scom­binare le carte in tavola è appunto la rivalutazione degli estimi catastali. Pren­dendo ad esempio un alloggio popolare di due vani in un quartiere periferico, l’impo­nibile passerà dagli attuali 134.279 euro a 214.846 euro. E su questa verrà applicata l’aliquota maggiorata al 5,25 per mille. Se con la vecchia Ici si pagava infatti 601 euro al netto della detrazione di 103 euro, con l’Imu il contributo salirà fino a 1.128 euro, al quale si dovrà sottrarre una base di 200 euro e un’ulteriore detrazione di 50 euro per ogni figlio al di sotto dei 26 anni fino a un massimo di 600 euro. Nel caso di una coppia senza figlia si passerà comunque da 601 a 928 euro. Un aumento secco del 54 per cento.

Quella sualla casa è sempre più un’emergeza sociale. Tra nuove tasse, fitti alle stelle, mutui capestro sono sempre più quelli che perdono un tetto. Intanto a Torino, dopo le speculazioni di Spina Due e Spina tre potrebbe essere ai blocchi di partenza un nuovo blocco di cemento e affari tra lo scalo Vanchiglia e la Barriera di Milano.
Da molti anni invece non si fanno case popolari, poco fruttuose per la potente lobby del cemento e del tondino.

A Torino tuttavia sta crescendo la lotta per la casa, tra resistenza agli sfratti e occupazioni abitative.

Ascolta l’intervista a Renato Strumia, bancario, sindacalista ed esperto di questioni economich

Interventi della giornata di oggi, Domenica 4 Marzo…la protesta continua, dopo le manifestazioni di Sabato e Giovedì.         Oggi il programma prevede: – Domenica 4 marzo ore 12.00 Giaglione campo sportivo polentata ore 14.00 passeggiata verso la val Clarea     Ore 20.57 … Diretta dalla Clarea dove Turi si è arrampicato […]

Intervista con Ada, la compagna di Tobia,  impossibilitato dalle restrizioni a comunicare con noi e con chiunque altro a casusa delle restrizioni; per questo in protesta da ieri con questo scipero della fame, senza assistenza medica a causa delle stesse restrizioni.       [audio:https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/scioperodellafame_tobia_4marzo.mp3|titles=scioperodellafame_tobia_4marzo] Scarica il file

Interventi della giornata di oggi…dopo la partecipata assemblea di ieri a Bussoleno il movimento No Tav rilancia nuove giornate di lotte, leggete il programma degli appuntamenti organizzati per oggi e domani  …   Ore 19.55… Conclusione della grande mobilitazione odierna di Roma.. [audio:https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/03-03-2012-19h-51m-57s-ROMA_fabrizio.mp3|titles=notav_3marzo_1955_roma] Scarica il file Ore 19.10…  Aggiornamento da Asti.. [audio:https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/03-03-2012-19h-11m-43s-ASTI_andrea.mp3|titles=notav_3marzo_asti] Scarica il file Ore 19.05… Udine, aggiornamenti.. […]

Aggiornamenti audio e contributi dalle varie iniziative in giro…     Ore 23.06 … dopo più di cinque ore, il corteo “selvaggio” di Torino sta per concludersi sotto la prefettura della città. [audio:https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/corteo-torino-23.06.mp3|titles=corteo torino 23.06] Ore 22.51 … la situazione al blocco di Bussoleno è tranquilla. A poco a poco, i No Tav si spostano […]

Ore 20.15, situazione calda: [audio:https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/intervento_ore_2015_notav.mp3|titles=intervento_ore_2015_notav] ragazzi oddio, ma state guardando i telegiornali? alle 20.37? Ore 21.00, situazione di stallo, continuano ad usare l’idrante colorato, presa bene… [audio:https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/intervento_ore_21_notav.mp3|titles=intervento_ore_21_notav] Ore 21.17, ampio uso di lacrimogeni, si contano più di 600 persone, il nostro inviato ha difficoltà a parlare per la quantità di gas…comunque la gente resiste…la traiettoria […]

Riassunto dei contributi audio, dalla notte del 27 Febbraio al primo pomeriggio del 28 Febbraio… Come detto dai microfoni, la redazione informativa, che segue da vicino e fisicamente le giornate in valle, è un pò provata e gli audio arriveranno in ritardo sul sito, ci scusiamo per il disagio… [audio:https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/barricateA32prima-mattina-etinomia.mp3|titles=barricateA32prima-mattina-etinomia] [audio:https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/cariche-manialzate-chian.mp3|titles=cariche-manialzate-chian] [audio:https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/resocontoNotte27_28-2Chian-escopost.mp3|titles=resocontoNotte27_28-2Chian-escopost] [audio:https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/resocontoNotte27_28-2Salb.mp3|titles=resocontoNotte27_28-2Salb] [audio:https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/resocontoSolidarietaMilano.mp3|titles=resocontoSolidarietaMilano] [audio:https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/resoconto-solidarietaRoma-bloccoTreni.mp3|titles=resoconto-solidarietaRoma-bloccoTreni]

Sabato 28 gennaio si svolgerà a Torino una manifestazione No Tav.
I No Tav si sono dati appuntamento alle 14,30 in piazza Carlo Felice, dove incontreranno i lavoratori dei Wagon Lits in lotta, poi con una sfilata comunicativa si sposteranno in piazza Castello con cartelloni e carriole piene di macerie, bossoli di lacrimogeno, alberi spezzati.
Le macerie saranno riconsegnate a chi le ha prodotte.

Di seguito l’appello per la manifestazione del Movimento No Tav:
“No Tav, una garanzia per il futuro
Noi vogliamo costruire un futuro per tutti
Politici, amministratori, affaristi tenetevi le vostre macerie

Il 28 gennaio porteremo a Torino macerie della Maddalena di Chiomonte: pezzi di alberi tagliati per fare posto al non cantiere, pezzi di recinzione, bossoli di lacrimogeni che hanno gasato e ferito persone e piante.
Vi restituiamo le macerie che state creando. Le macerie dell’informazione che spesso non è corretta, le macerie della libertà di tutti ferita dalla militarizzazione di un’intera valle, le macerie del denaro pubblico che si sta sprecando in una grande opera inutile e dannosa di cui approfitteranno soprattutto mafie e affaristi, le macerie di quello che voi chiamate sviluppo e crescita e che invece porta crisi sociale ed economica.
Noi non ci stiamo e continueremo ad opporci con la sola forza della nonviolenza popolare con forme di disubbidienza civile, di boicottaggio, di non collaborazione, di resistenza, di determinazione nella ricerca della giustizia.
Noi non ci stiamo e continueremo a impegnarci per costruire una società e un mondo in cui le ricchezze siano redistribuite in modo più equo, in cui le risorse necessarie per il bene di tutti si trovino tagliando le spese militari e colpendo le grandi ricchezze non produttive, in cui i beni comuni siano al centro: lavoro, scuola, sanità, servizi per le persone più fragili, trasporti locali, cultura…
Invitiamo i cittadini di Torino, della Valsangone, dei comuni della Collina Morenica, della Val di Susa a ritrovarsi il 22 gennaio alle h.14,30 in piazza Carlo Felice.
Per garantire gli affari all’alta velocità, si cancellano servizi, si impongono costi elevati ai viaggiatori , si eliminano tratte, si peggiora il servizio per i pendolari, si licenziano lavoratori: testimoniamo con la nostra presenza nell’area della stazione la nostra solidarietà ai ferrovieri in lotta per difendere il proprio posto di lavoro.
Invitiamo tutti a portare o indossare un cartellone che esprima le ragioni contro il Tav ed un messaggio costruttivo e di impegno per difendere le nostre colline, le nostre montagne, le nostre città.
Cercheremo il dialogo con i cittadini per le strade del centro, i nostri cartelli parleranno delle ragioni della nostra lotta, le performance teatrali che faremo in piazza Castello porteranno sotto gli occhi di tutti la quotidianità di una valle militarizzata.
Al termine porteremo le macerie a chi le ha prodotte, a chi costruisce muri invece di ascoltare, a chi vuole continuare a distruggere i beni comuni.”

Ne abbiamo parlato con Gianna De Masi

Mercoledì 25 gennaio. Continua lo sciopero degli autotrasportatori iniziato ieri con blocchi di tangenziali e autostrade. Dopo l’incontro con il prefetto i tir sono stati tolti dalle strade ma il popolo dei tir è deciso a incrociare le braccia sino a venerdì.
Il governo minaccia la linea dura, il ministro Cancellieri indica alle prefetture la via della repressione.
Se la situazione della viabilità pare migliorare, si moltiplicano invece le difficoltà per il commercio e le aziende: la Fiat chiude i battenti, generi alimentari cominciano a scarseggiare nei banchi di mercati e supermercati. Indice chiaro di quanto la nostra vita quotidiana dipenda da un meccanismo di circolazione delle merci che esclude la filiera corta, il consumo locale, la riduzione dei trasporti.
Gli autotrasportatori, categoria che si è ampliata a dismisura negli anni, grazie alle esternalizzazioni dei servizi operate dalle grandi aziende si battono contro il caro gasolio, ma, nei fatti la loro protesta è insieme più ampia e generica. È la protesta di chi non ce la fa più ad andare avanti, di chi non vede prospettive per il domani. Un sentire che sta crescendo un po’ ovunque.
Ascoltiamo la testimonianza di Luca, uno dei “padroncini”, che da ieri presidia all’autoporto di SITO:

Giovedì 12 gennaio – ore 10 aula 55 – si terrà il processo a due anarchici accusati di aver scritto sui muri della sede della Croce Rossa in via Bologna “CRI complice dei pestaggi al CIE. Rompere le gabbie!”.
Un occasione per fare il punto sui CIE e chi ci lucra, dopo un anno di “emergenze” costruite per poter meglio modellare un dispositivo securitario, che ormai da molti anni punta sul disciplinamento del lavoro migrante, come grimaldello di una politica che mira a eliminare ogni tutela per tutti i lavoratori, immigrati o “indigeni”.
Ultimo atto del pacchetto sicurezza voluto da Maroni nel 2009, la “tassa di soggiorno”, che dal prossimo primo febbraio tutti coloro che fanno richiesta del permesso dovranno versare allo Stato, che la userà per espellere i “senza carte”. Un meccanismo razzista che è il degno suggello della politica del ministro leghista.
I CIE, i Centri di Identificazione ed Espulsione per immigrati, sono le galere che lo Stato italiano riserva a quelli che non servono più. Sono posti dove finisci per quello che sei, non per quello che fai. Come nei lager nazisti. Raccontano che nei CIE stanno i delinquenti, ma mentono sapendo di mentire. Nei CIE rinchiudono chi ha perso il lavoro e, quindi, anche le carte, oppure chi un lavoro a posto con i libretti non l’ha mai avuto e quindi nemmeno le carte in regola.
Ne abbiamo parlato con Marco Rovelli, autore di “Lager italiani”


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