Scuola. Una frana senza fine

Scritto dasu 8 Gennaio 2014

tagli-alla-scuolaNegli ultimi anni i tagli alla spesa per la scuola statale hanno eliminato oltre 160.000 posti di lavoro, ridotto le offerte formative per gli studenti, la sicurezza degli edifici scolastici, gli stipendi dei lavoratori bloccati ormai da anni. L’unica possibilità di aumento salariale rimasta erano gli scatti di anzianità, a loro volta congelati per tutto il pubblico impiego. Lo scorso anno sono invece scattati per gli insegnanti, con un aumento della retribuzione lorda di circa 150 euro.
Ieri il ministero della Programmazione Economica aveva comunicato che circa 80.000 insegnanti dovevano restituire i soldi, perché lo scatto non avrebbe mai dovuto esserci.
Questa mattina la notizia era sui principali quotidiani. Su “La Stampa” Massimo Gramellini parlava esplicitamente di masochismo di un partito, quello Democratico, che tra gli insegnanti della scuola statale aveva uno degli zoccoli duri del proprio elettorato.
A fine mattinata le agenzie hanno battuto la notizia di un rapido dietro front del governo sulla restituzione dei soldi incassati per lo scatto di anzianità. La decisione è stata presa in una riunione convocata in gran fretta a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, Enrico Letta, il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, e il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza.
Una pezza su una voragine che si allarga, dove la scuola diviene il parcheggio per giovani in attesa di disoccupazione. Gli ultimi dati diffusi oggi dall’Istat ci dicono che la disoccupazione giovanile ha toccato a novembre il 41,6%.

Di questa vicenda, poi risoltasi in meno di 24 ore, e, più in generale, dello stato della scuola statale in Italia abbiamo parlato con Cosimo Scarinzi della CUB scuola.

Ascolta la diretta:

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