Casapound, Padalino e Appendino alla guerra contro i Rom

Scritto dasu 3 Marzo 2017

Qualche notte fa i dipendenti di un’impresa a cui l’Università di Torino aveva appaltato lo smaltimento dei rifiuti hanno pensato bene di agire nel modo più semplice ed economico: incassare i soldi per poi scaricare la spazzatura al “campo rom” di via Germagnano. Una routine per molti italianissimi imprenditori che da anni considerano i ghetti come discariche gratuite. I veri costi, tanto, li pagano sempre gli abitanti di queste baraccopoli, i quali, oltre ad essere costretti per necessità a vivere in ambienti estremamente malsani e privi di qualunque servizio fondamentale, nemmeno l’acqua e la luce, vengono anche additati da amministrazione e magistratura come responsabili di “degrado” e, oggi, “disastro ambientale”. Sono infatti oltre 80 i presunti responsabili di “fumi tossici” nei campi di via Germagnano, strada Aeroporto e corso Tazzoli, indagati dal sempre solerte pm Padalino per il reato 674 del codice penale. Nel mirino della procura i falò accesi per liberare dalle loro guaine i fili di rame. Che importa se i rottamatori di rame sono lavoratori in nero sfruttati da  imprenditori che si arricchiscono con l’oro rosso?

 

In questa città è drammaticamente reale la condizione di povertà e precarietà di chi vive segregato nei “campi rom” e per sopravvivere è costretto a svolgere attività lavorative sotto-costo e nocive per la salute, tra cui la rottamazione del rame rivenduto per pochi euro ai grossisti, i soli a trarne ampi guadagni. Ma ovviamente costruire “nemici pubblici” garantisce bacini elettorali e profitti economici, come ha ben dimostrato l’amministrazione Fassino promotrice del progetto milionario “La città possibile” con cui è stato sgomberato il campo di Lungo Stura Lazio e come ben sa la neo-sindaca pentastellata. Chiara Appendino lo aveva annunciato in campagna elettorale e lo ha ribadito più volte dopo la sua elezione: a Torino è guerra – razzista e di classe –  ai Rom. Le prime misure della “rivoluzionaria” amministrazione M5S sono state squadre di vigili permanenti e telecamere presso i campi, oltre ai reiterati proclami di sgombero, in particolare di via Germagnano, dove negli ultimi mesi si sono moltiplicati fogli di via, retate e deportazioni. L’amministrazione comunale fa gli interessi di chi le ha garantito la vittoria al ballottaggio con Fassino ed è proprio in questo contesto politico che i fascisti (dichiarati) possono nuovamente provare ad alzare la testa. Casapound ha infatti indetto per questo sabato mattina un presidio vicino al campo di corso Tazzoli, usando il pretesto dei “fumi tossici” per fomentare l’odio verso il diverso.

 

Questa mattina ne abbiamo parlato con Jean, che aveva partecipato alle lotte per la casa di chi era stato sgomberato dal campo di Lungo Stura Lazio:

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